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La punta del mistero e Caruso Wolski di padre polacco

L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Il vintage non è più solo una moda, ma una vera e propria invasione. Giubbotti, occhiali, vestiti, scarpe, moto, automobili e calciatori. Prendi Toni. Come un bello shearling del tempo che fu. Lo avevi messo da parte e poi, un po’ la crisi e un po’ l’effetto consumato che fa chic, sai che... E infatti per un po’ è andato alla grande. Ma non avresti mai pensato che a un certo punto dal baule dei ricordi sarebbe apparsa pure una figurina che pensavamo smarrita chissà dove. Non per la Fiorentina, ma per la Giuve. Anelka. Proprio lui. Che al massimo avevi rivisto su Fifa o su Pes (dove tra l’altro è ancora un fenomeno). Non deve essere davvero facile trovare un attaccante in giro se poi la Giuve riporta in Italia uno che se ne era andato a fare affari dai miliardari cinesi.

Lisandro Lopez? Noi aspettiamo a gloria che accada qualcosa. Anche se anche lì c’è sempre Marotta che preme. Ma la storia buffa è che Lisandro ha già salutato i suoi tifosi di Lione. Applausi e commozione pura. Addio Lisandro addio. Sì, ma poi? Beh, presto lui farà la sua scelta, o magari gli va a finire come a Sculli, che a suo tempo salutò Marassi pensando di andarsene all’Inter e, dopo tante lacrime, è tornato al suo posto senza fiatare perché l’Inter aveva altre idee in testa (Renzi almeno non ha fatto il giro di campo piangendo quando sognava di trasferirsi al Deportivo Palazzo Chigi). E in tutto questo presunto frullare di attaccanti che forse potrebbe donarci qualche bella notizia, capita di fare sogni decisamente strani. Perché il fatto che il subconscio ogni tanto rimetta in circolo l’esame di maturità come momento catartico ci sta eccome.

Ma tra le braccia di Morfeo non te l’aspetti che un prof della commissione, invece di chiederti di Kant, della Costituente repubblicana o del primo teorema di Kharja (per andare tutte le sere da Firenze a Milano meglio il treno che col traffico non si sa mai), ti guardi dritto negli occhi e ti chieda: «Ci dica, ma che si prende una punta?». Mah. E allora proprio come agli esami uno fa melina e ci gira intorno: Beh, s’è preso un difensore, un centrocampista e forse anche un esterno sinistro. Ma la domanda originale resta senza risposta, almeno per ora. Però intanto ecco Caruso Wolski di padre polacco e Marvin Compper, granito puro, uno che già con quelle due “p” ti mette soggezione. Uno che, apparsa la prima foto sul web, sui social è già stato subito ribattezzato “I’babbo di Hegazy”. Ma il mercato è ancora aperto e chissà cosa succede ancora. Intanto, una volta verificato (con sospiro di sollievo) che a Siena non era stato il brillante Mussari a investire sul derivato Larrondo, va detto che le operazioni finanziarie di Mps se non altro hanno ridato grande dignità all’antico affare D’Agostino, che ormai da tempo è già materiale di studio per la rinomata Economics Field of Mars University. Insomma, quello che è giusto è giusto.

Così come dare atto a Fabrizio Corona di aver risolto, con la sua fuga in 500, un clamoroso dubbio che ci ballava da tempo in testa: pole una fiatte arrivare fino in Portogallo? La risposta è sì. Ancora irrisolto invece il secondo teorema di Kharja: «Tornare dal Qatar a Milano tutte le sere in treno può essere un problema se perdi la coincidenza a Tirana Sud». Vero. Ma a occhio ce ne faremo una ragione.

Benedetto Ferrara - la Repubblica