La Repubblica torna indietro nel tempo e ci racconta di un Fiorentina Cesena, gara del ritorno di Antognoni in campo dopo l'infortunio. Primavera non bussa, lei entra sicura. Ma mai così sicura come quella volta: spuntando dal tunnel che porta al campo, con gli occhi sgranati di un ragazzo che sta ricominciando a vivere. I capelli biondi rasati per necessità, la testa che si gira e lo sguardo che si alza verso la curva e punta quell’immenso striscione: «Forza Antonio, l’inferno è finito, il Paradiso ci attende». È tornato il capitano, e noi con lui ci giocheremo lo scudetto in questo spalla a spalla con la Juventus. Una storia incredibile, questa, che dal dramma del 22 novembre dell’anno prima arriva al 21 marzo di quella stagione che rimarrà nella storia come quella del grande furto all’ultima giornata. E quel Fiorentina-Cesena era una di quelle sfide a distanza da vincere a tutti i costi. Ma questa partita è molto altro. I tifosi hanno iniziato a riempire le curve fin dalle 9 e mezzo di mattina, quando lo stadio ha aperto i cancelli. Quando “Antonio” aveva sfiorato la morte in quello scrontro contro il portiere del Genoa Martina, il silenzio era sceso su Firenze e nel suo stadio. Quello che restò da giocare di quella partita fu qualcosa senza senso. Tutti volevano solo sapere come stava “lui”. Rincorsa e riafferrata la vita. Il ragazzo che giocava guardando le stelle aveva deciso: lui aveva bisogno del pallone e della Fiorentina per vivere e la Fiorentina, in lotta per il terzo scudetto, aveva bisogno di lui. Così smise di prendere i farmaci antiepilettici prescritti per cautela dopo l’operazione e chiarì il suo obiettivo a Mennonna: tornare in campo, il prima possibile. Già. Arriva quel giorno di marzo. Quello striscione è il titolo di un nuovo inizio, E siccome questa è la giornata perfetta, a dieci minuti dalla fine è quel numero dieci rasato dai medici prima di entrare in sala operatoria a inventare un pallone che casca in area come un angelo piovuto dal cielo: il medianaccio Casagrande fa uno a zero. Un urlo di gioia scuote il cielo. È primavera. Per Firenze. Per Giancarlo Antognoni, l’unico dieci.
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La primavera di Antognoni
Il ricordo del ritorno in campo dopo l'infortunio di Antognoni
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