La sconfitta della Fiorentina era già decretata dopo venti minuti, quando i gol al passivo erano due e la squadra giocava in dieci per l'espulsione di Cerci, colpevole di un «moderato» ma evidente calcetto a un avversario. La sfida alla Juventus, già impari in partenza, si è quasi inevitabilmente trasformata in una massacrante goleada, in una punizione storica le cui conseguenze potrebbero essere molto pesanti. La serata che molti speravano fosse quella del riscatto (stadio generosamente pieno, coreografia in curva come ai bei tempi) è diventata una pena, i tifosi hanno contestato duramente e ora la situazione della Fiorentina è diventata molto grave. Al distacco tra società e squadra da una parte e tifosi dall'altra, che era già molto netto fin dall'inizio della stagione, si aggiunge questa micidiale punizione per mano della Juventus (peggio di così…) che, anche per il momento di ritrovata aggregazione in cui è avvenuta, trasformato in disfatta, è destinata a peggiorare nettamente la situazione. Da batoste umilianti come quella di ieri sera non è semplice riprendersi, e ci vorrà uno sforzo ancora più intenso per raggiungere la salvezza, perché una sconfitta contro la Juventus ci poteva anche stare, ma una partita fallimentare e così punitiva nel punteggio difficilmente passerà senza lasciare tracce. La squadra, che di suo è già fragile, poco combattiva e di appassita corsa, si è dileguata dopo l'espulsione di Cerci per ricomparire più volonterosa all'inizio della ripresa, come per salvare almeno la faccia, ma l'uomo in meno, la rimonta impossibile e l'abilità della Juventus nel gestire la palla e nell'affondare il colpo, hanno completato il massacro. Non si era mai visto al Franchi il pubblico abbandonare le gradinate contro la Juventus. A questo punto resta da evitare il peggio, vale a dire la retrocessione. Con una squadra in crisi, con una dirigenza contestata e amareggiata, con i tifosi sommamente delusi, non sarà semplice ritrovare la rotta perduta o forse mai trovata in questa stagione. Il ritorno del giocatore di maggior qualità (Jovetic, bravo ma troppo infortunato) e quello del giocatore di maggior combattività (Behrami) potrebbe restituire proprio le due cose — qualità e temperamento — che troppo spesso mancano e che sono indispensabili per la salvezza.
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La notte della disfatta (con le sue ferite)
Il commento di Sandro Picchi sul Corriere Fiorentino
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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