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La Nazione: Rossi e Gomez preparano la rinascita

Eccolo Pepito, sbuca insieme a quello che potrebbe essere un sorriso sincero e risponde con il ciglio agile alle parole di simpatia che volano dal piccolo gruppo di tifosi. E’ …

Redazione VN

Eccolo Pepito, sbuca insieme a quello che potrebbe essere un sorriso sincero e risponde con il ciglio agile alle parole di simpatia che volano dal piccolo gruppo di tifosi. E’ il primo impatto con la stagione 2014/15, qui nella stradina che porta all’albergo viola di Moena: siccome il pullman ha dimensioni oversize, i giocatori scendono a piedi e sfilano di fronte all’avamposto che s’inzuppa sotto l’acqua. Pepito transita per ultimo e sorride, Gomez lo precede di poco e indossando un cappellino fissa i tifosi e l’entrata dell’hotel. ‘Vai Mario!’. E Mario va, vivendo in scala ridotta il replay di dodici mesi fa, quando Moena lo accolse dopo il pazzesco bagno umano del Franchi, ventimila persone per accogliere Gomez. Rossi e Gomez sono il simbolo della voglia di rivincita viola, i test di forma fisica effettuati a Firenze hanno del resto dato buone risposte per i 33 giocatori convocati: per tutti il peso rientra nei parametri previsti all’inizio della stagione. Rossi e Gomez sono i più allenati di tutti, perché hanno impiegato le scorse settimane a completare la fase di recupero. Nel caso di Pepito _ ferita emotiva recentissima _ la condizione fisica era già buona a metà giugno, ma come tornare su un argomento che tanto sangue virtuale ha già sparso?

E come ha accolto, Pepito, la nuova frecciata di Prandelli sulla ‘delusione umana’ provata dopo lo sfogo twitterato dell’attaccante escluso dai convocati per il mondiale? Un missile che ha abbattuto il fragilissimo strato di diplomazia sedimentato con il silenzio post Brasile. Chi ha parlato con Rossi lo descrive assolutamente sereno e poco disposto a rituffarsi in una vicenda così poco elegante, ma allo stesso tempo è scontato che ci sarà una nuova puntata nello scambio di cortesie con l’ex ct. Pepito vuol riflettere e comunque è stata la società a consigliargli una linea molto soft per abbassare il tono di una spiacevolissima polemica: non è forse un caso che l’incontro di Pepito con i giornalisti sia stato fatto slittare alla fine del ritiro, quando le suscettibilità si saranno (forse) un po’ placate. Rossi ieri in campo è stato al centro del gruppo, nella posizione del leader: un segnale che testimonia la volontà di dimostrare subito l’efficenza fisica che poco tempo fa gli è stata negata. Stesso discorso per Gomez, subito fra i primi negli allunghi e reduce da uno choc simila a quello di Rossi per la mancata convocazione ai mondiali. Senza di lui la Germania non è andata malissimo (chiedere informazioni al Brasile). All’Italia è andata peggio, ma per Rossi forse non è una consolazione. E il passato ormai è un paese per vecchi ricordi.

Angelo Giorgetti - La Nazione