Tre appuntamenti con la Juve in undici giorni, un’overdose di rancori dal 9 al 20 marzo fra Europa League e campionato: il match con Ejsberg serve alla Fiorentina solo per inaugurare ufficialmente la maratona bianconera in una serata in cui saranno fischiate le orecchie a Braschi e Gervasoni (i veri avversari della serata, pluricitati nei cori-sfottò). Più che una partita internazionale è stata perciò un’occasione molto viola per alzare la voce contro i vertici arbitrali, sostenere Borja Valero e prepararsi mentalmente all’incrocio infinito con la Juve. Occhi puntati anche su Gomez, titolare e ancora meno brillante delle sue scarpette verdi metallizate, nonostante un gol annullato per fuorigioco microscopico. Marione è ancora poco reattivo nei contrasti, ma pochissime palle gli sono arrivate per mettersi in mostra nel gioco aereo, il colpo migliore del suo repertorio. Apre la partita una punizione che Ilicic calcia con la stessa sapienza vista contro l’Atalanta, solo che questa volta il campo è opposto e l’avversario aggiunge modesto valore tecnico alla grande buona volontà. Pareggia nel finale Vestergaard, che fa secco Compper e batte Rosati con un colpo nell’angolo. Il risultato conta pochissimo.
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La Nazione: Pronta l’overdose di rancori
Tre appuntamenti con la Juve in undici giorni, un’overdose di rancori dal 9 al 20 marzo fra Europa League e campionato: il match con Ejsberg serve alla Fiorentina solo per …
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Angelo Giorgetti - La Nazione
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