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La Nazione: Fiorentina, che figura

Troppi attaccanti, poco gioco. Di Gaudio giustizia una squadra senz'anima

Redazione VN

La Fiorentina quasi vera perde in casa con il Carpi e schizza colpevolmente fuori da una Coppa italia apparecchiata per arrivare lontano. Astri favorevoli, oroscopo sbagliato e - scrive Angelo Giorgetti su La Nazione - poca identità di squadra: quella viola è una sfigata miniavventura chiusa con addosso la terza maglia blu notte, perché nonostante le buone intenzioni e la generosità emergono – chiarissimi – i sintomi dell’usura. Forse non fisica, di sicuro mentale e con segnali di scoordinata passione in campo. Sousa alla fine si dichiara dispiaciuto di aver visto una squadra disunita, con giocatori troppo individualisti: l’esatto contrario della gioiosa-coordinata macchina calcistica da guerra andata in onda in molte partite. Sousa rinuncia solo a Borja e Tatarusanu e se la gioca con tutti gli altri titolari concedendosi qualche esperimento dal primo minuto (Bernardeschi centrale, Kalinic e Babacar insieme), ma dopo il gol del Carpi è talmente disperato che imbottisce la squadra di giocatori offensivi (addirittura cinque!). Una tempesta ormonale, più che un’azione coordinata.

Negli ultimi minuti ci sono contemporaneamente in campo Kalinic, Babacar, Rossi, Bernardeschi e Ilicic): tutto inutile, la Fiorentina è solo generosità e confusione e nel profondo di se stessa sa di avere già sprecato le sue occasioni contro una squadra che si chiude con grinta per ripartire in contropiede. Astori al 94’ aggiunge un’ulteriore verniciata di rimpianto quasi scheggiando il palo con un sinistro in corsa, l’ultimissima occasione per rimettere in piedi la partita, aspettare Samp o Milan nei quarti di finale e – clamoroso – addirittura una fra Spezia e Alessandria in semifinale.