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La Nazionale dei rimpianti (in salsa viola)

Cesare Prandelli, gli ex e qualche colpo solo sfiorato

Redazione VN

Abbiamo goduto tutti, ammettiamolo. Anche chi in questi anni ha sempre guardato la Nazionale dall’altra parte. E ha tifato contro. Con Prandelli in panchina Firenze ha un po’ cambiato atteggiamento, e anche i più riottosi l’altra sera hanno dato una sbirciatina al televisore per vedere se l’Italia passava il turno.

Ma è anche il nostro Europeo dei rimpianti. Perché Cesare è un bravo allenatore e ci sa fare con il gruppo, ha una bella immagine internazionale, è credibile e convincente. Però non è più alla Fiorentina. Inutile ricordarlo, ma guardando la tv in molti ci hanno pensato. E chi ha buona memoria si è spinto anche più in là perché questa, e diciamolo una buona volta, è anche la nazionale degli errori viola. Oltre al ct ci sono cinque ex e tre quasi-viola. Niente male. Se poi ci mettiamo pure che la Fiorentina non ha nessun giocatore in azzurro, si può capire il dramma esistenziale del tifoso medio.

Diamanti c’era quando la Fiorentina si chiamava Florentia Viola, nel 2003, ma due casi di pneumotorace convinsero la società che era meglio lasciar perdere. Infatti adesso gioca in Nazionale. Sempre nel 2003 arrivò a Firenze anche Christian Maggio, che poi a gennaio 2006 fu spedito in prestito al Treviso perché qui non c’era spazio. Poi in prestito alla Samp. E poi la cessione. L’unico su cui non si può dire niente è Chiellini, che la Juve lasciò a Firenze solo un campionato per poi riprenderselo. Ma il rimpianto c’è. E che dire di Balzaretti? Pagato quasi quattro milioni rimase appena qualche mese perché a gennaio (2008) fu ceduto al Palermo. L’ultima occasione sprecata è Montolivo, che per il momento ha fatto tanta panchina, ma se n’è andato a costo zero.

I rimpianti, però, ci sono anche per chi poteva arrivare. Per Barzagli era quasi fatta, ma la Fiorentina se lo fece sfuggire per pochi euro e lui emigrò a Wolfsburg.

Uno squadrone. Oppure Nocerino, bloccato dalla Juve mentre era in auto per venire a Firenze. Il vero capolavoro, però, è stato Cassano. Scaricato dalla Samp, pronto per la Fiorentina. Poteva arrivare dopo il caso Mutu (ricordate la positività alla sibutramina?), per qualche ora è stato viola, invece quel furbone di Corvino fece il colpaccio e portò a Firenze Keirrison. Ecco, in questo caso nessun rimpianto.

Giuseppe Calabrese - La Repubblica