Come ad una gita scolastica di fine anno: tutti felici, contenti e spensierati, tranne i laziali. Ma per il popolo viola quella trasferta di Roma del maggio 1998 fu una volta tanto veramente una festa, quasi un riscatto degli otto gol presi tre anni prima contro Zeman. La Fiorentina di Malesani: così spumeggiante se imbroccava la giornata giusta; così balbettante se tutto non funzionava alla perfezione e se Rui Costa e Batistuta non erano in forma. In quel soleggiato e frizzantino pomeriggio romano lo erano, e dettarono legge in campo contro la Lazio di Eriksson, già pronta per le grandi imprese e che infatti avrebbe vinto la Coppa Italia. Un meccanismo grandioso, tre gol in quaranta minuti e tutti d'autore: Olivera, Edmundo e Batistuta, che si mise il pallone sotto la maglia per annunciare al mondo l'arrivo del quarto figlio. Mancava giusto la firma del regista del bellissimo film, cioè Rui Costa, che colmò la lacuna a sei minuti dalla fine con una pennellata da fuori area. Malesani era già in partenza, i viola quasi sicuri in Europa e Trapattoni da Monaco di Baviera osservava con golosità.
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La macchina perfetta di Malesani
I precedenti delle sfide con la Lazio raccontati da David Guetta
David Guetta - Corriere Fiorentino
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