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La Gazzetta: Two is megl che one

«Two is megl che one». Maccheronico l’inglese, non il concetto. Semmai innovativo, se trasportato alla formula viola del doppio regista. Pirlo ha fatto la fortuna di Milan prima e Juve …

Redazione VN

«Two is megl che one». Maccheronico l'inglese, non il concetto. Semmai innovativo, se trasportato alla formula viola del doppio regista. Pirlo ha fatto la fortuna di Milan prima e Juve poi, Lodi quella del Catania (di Montella). Ecco che quindi in estate la Fiorentina comincia a corteggiare Pizarro, fuori dai piani della Roma di Zeman, per il nuovo corso. Quando arriva il sì del cileno, nella rosa viola compare già il nome dello spagnolo Borja Valero. Un doppione, il parere di molti. Una risorsa, secondo la Fiorentina ed il suo tecnico. Che piazza Pizarro davanti alla difesa e Borja Valero alla sua sinistra. Affidando loro una regia congiunta alla base del gioco spumeggiante fin qui mostrato. «Se la palla l'abbiamo noi, gli altri non possono segnare» il viola-pensiero dell'estate. Al momento, i fatti, hanno dato spesso ragione.

Sempre presente

Ventitré per novanta meno trentacinque. Il risultato, 2035, sono i minuti giocati da Borja Valero in campionato escludendo i recuperi. Su un totale di 2070. Trentacinque minuti risparmiati allo spagnolo quindi, frutto di cinque sostituzioni quasi sempre avvenute a risultato acquisito. Sempre titolare, spesso protagonista raramente anonimo. Un gol solo, vero. Ma una valanga di assist e passaggi illuminanti. Ventitrè giornate di campionato giocate a tutto gas, senza la minima idea di staccare il piede dall'acceleratore. Domani giocherà la ventiquattresima gara con un cruccio. È diffidato. Il prossimo giallo sembra l'unico modo per fermarlo.

Giovanni Sardelli - La Gazzetta dello Sport