A Firenze gli sono rimasti tanti amici. E a loro ha confidato di averci pure lasciato «una parte di cuore». Perché, aldilà di un rapporto che con una parte dei tifosi non è mai decollato, Vincenzo Montella si sente legato a una città che gli ha permesso per tre anni di far conoscere a grandi livelli il proprio calcio. Che lo ha accolto con curiosità e ne ha sostenuto anche le scelte più «estreme» perché in fondo la sua Fiorentina è stata quasi un esperimento in un calcio troppo spesso legato al passato come quello della serie A.
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La discreta nostalgia di Montella (nella sua Firenze)
Cene, strette di mano, abbracci: le emozioni dell'ex tecnico viola
Per questo, quella di giovedì, non è stata una serata come le altre per l’Aeroplanino. Tornare al Franchi, farlo non più da padrone di casa, ma da ospite (tra l’altro della Nazionale) con il rischio di non sentirsi nemmeno troppo benvoluto. Non a caso è rimasto seduto in tribuna per tutto il primo tempo accanto a suo fratello che lo ha accompagnato a Firenze e all’amico e vecchio maestro Luciano Spalletti. Certezze, in mezzo agli sguardi incuriositi di tifosi e giornalisti. Meglio allora tagliare la testa al toro ha pensato Vincenzo, presentandosi del foyer del Franchi durante l’intervallo consapevole di incontrare Andrea Della Valle e tutta la dirigenza viola con cui le cose non erano finite proprio nel modo migliore. Ma il tempo, si sa, aggiusta le cose. E anche se gli argomenti scottanti sono rimasti da parte, tra strette di mano, sorrisi, abbracci con il suo successore (ed ex avversario sul campo) Sousa, battute e qualche chiarimento nella pancia del Franchi è andata in scena una prima prova di disgelo.
Sospiro di sollievo insomma, da parte di tutti. Certo i sentimenti, quelli veri, non cambiano. Insieme a un finale che ha lasciato tutti sconfitti. E la profonda amarezza che Montella ha vissuto al momento dell’esonero non è ancora del tutto svanita. L’Aeroplanino la nasconde col suo solito sorriso, in attesa di tornare a parlare in pubblico e magari raccontare la propria versione dei fatti di una storia finita all’improvviso. Proprio come il suo rapporto con Firenze dove è tornato nelle ultime settimane solo per visite veloci, per sistemare le sue cose, lasciare la casa al Poggio Imperiale e salutare gli amici. Come in questi giorni dopo un viaggio di due settimane in California. Vincenzo resterà in città fino a domenica e anche ieri è stato avvistato al suo ristorante preferito in centro. Poi, dopo aver risolto anche le questioni legate alla scuola dei figli (erano stati iscritti a Firenze prima dell’improvviso cambio di programma), Montella tornerà a fare base a Roma in attesa di qualche chiamata (già ne sono arrivate in queste settimane sia in Italia che all’estero ma ha preferito aspettare) e di quel progetto di aggiornamento che ha in testa da tanto tempo. Per questo nei prossimi mesi girerà le squadre sia in Italia che soprattutto all’estero per osservare da vicino nuovi metodi di allenamento da utilizzare più avanti nella prossima avventura calcistica. Poi aspetterà l’offerta giusta consapevole però di dover passare dalla Fiorentina per via di quella clausola rescissoria che ancora è ritenuta valida dal club. Quasi una catena, molto diversa da quella che invece lo lega a Firenze.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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