«È il vero simbolo dell'orgoglio fiorentino. E per questo la scelta è stata ancora più appropriata. Mi sono davvero emozionato». Luciano Artusi, direttore del Calcio Storico e autore di oltre cinquanta pubblicazioni sulla storia di Firenze, martedì sera era sugli spalti del Franchi ad ammirare con soddisfazione (e sorpresa) la bella e originale coreografia creata dalla curva Fiesole. Quella bandiera rossa con la croce bianca (che in araldica equivale all'argento, così come il giallo all'oro) ha sorpreso tutti. Non il classico, ma sempre amato giglio rosso che come scriveva Dante «non fu mai posto a ritroso», ma il simbolo di un momento particolare della storia della città.
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La coreografia di martedì? “Il simbolo dell’orgoglio di Firenze”
Il direttore del calcio storico spiega: “Scelta emozionante”
«I tifosi hanno ricordato — continua Artusi — i giorni dell'epico assedio del 1530, quando la Repubblica Fiorentina si oppose per mesi alle truppe di Carlo V. Sui bastioni, come si può vedere ancora oggi nell'affresco del Vasari conservato nella Sala di Clemente VII (dove oggi ha sede lo studio del sindaco, ndr), i fiorentini issarono la propria bandiera mentre quella degli assedianti era a colori invertiti e con la croce di Sant'Andrea».
Orgoglio dunque, lo stesso che i tifosi viola hanno voluto opporre davanti al proprio «nemico» storico, la Juventus, proprio come cinquecento anni fa fecero gli uomini dell'allora Commissario Francesco Ferrucci davanti all'esercito imperiale. Allora i 13 mila soldati fiorentini tennero testa a più di 30 mila invasori. Un lunghissimo assedio che stremò la città, non tanto però da piegarne lo spirito identitario sintetizzato sui muri dalla scritta in gesso e carbone «poveri ma liberi». E fu quello anche l'anno della leggendaria partita di Calcio Storico, giocata volutamente in piazza Santa Croce in segno di scherno perché più vicina, e quindi più visibile, alle truppe di Carlo V accampate sulle colline intorno alla città.
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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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