La Nazione analizza la differenza di introiti tra la partecipazione all'Europa League, come accadrebbe alla Fiorentina se finisse così il campionato, e quella alla Champions League, in caso di sorpasso al terzo posto. Uno sbalzo notevole. Un piazzamento in Europa League, al netto dei ricavi provenienti da biglietti, sponsor e diritti televisivi, prevede secondo la ripartizione di questa stagione, un gettone di partecipazione di circa 640 mila euro più centoquarantamila per ogni gara vinta e settantamila per una pareggiata (60mila per la partita giocata, dunque anche in caso di sconfitta). Per fare un esempio, la Lazio che è arrivata fino ai Quarti ha 'fruttato' poco più di 4 milioni di euro.
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La Champions… è tutta un’altra cosa
La differenza di introiti tra le due competizioni Uefa
I numeri della Champions sono di altra dimensione. Quattro milioni sono già di premio qualificazione alla fase a gironi che sommati vari premi partita - 550mila per ogni gara giocata, 800mila per ogni partita vinta e 400mila per il pareggio - nella peggiore delle ipotesi fanno almeno dieci/undici milioni di euro. Più o meno quanto potrebbe costare l’ingaggio di un paio di top player, giusto quelli che da sempre il patron Andrea Della Valle dice di voler portare in viola a giugno. Una eventuale qualificazione alla fase ad eliminazione diretta moltiplicherebbe i ricavi in maniera esponenziale. C’è il prestigio, dunque, la possibilità in qualche modo di poter contribuire a riportare in alto il ranking dell’Italia in Europa, ma anche un invitante aspetto economico. A tutto ciò, alla liquidità che arriverebbe dalla Uefa si dovrebbe aggiungere il merchandising viola, oltre al corrispettivo dei biglietti, un ulteriore tesoretto da reinvestire.
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