Cala il gelo quando il Procuratore federale Stefano Palazzi prende la parola. Sono le 15.45 e Palazzi annuncia che non si è arrivati a un accordo per il patteggiamento, riassume i termini del deferimento e spiega che «Carobbio non aveva bisogno di fare il nome di Conte per avere uno sconto di pena», per questo è credibile. Poi cala la stoccata e chiede 15 mesi per l'allenatore della Juventus e 15 mesi anche per il suo vice Angelo Alessio per le due omesse denunce dei tempi in cui allenava il Siena: un anno per la prima omessa denuncia, tre mesi per la reiterazione (la seconda omessa denuncia). Una mazzata pesante che, se accolta dalla Disciplinare, impedirebbe a lungo all'allenatore dei campioni d'Italia di sedere in panchina. È ipotizzabile, comunque, che alla fine la squalifica di Conte e Alessio sia tra i nove e i dieci mesi. Sicuramente il verdetto della Disciplinare si conoscerà tra giovedì e venerdì prossimo, mentre l'appello dinanzi alla sezioni unite della Corte di giustizia federale dovrebbe cominciare lunedì 20 agosto per il procedimento che si è concluso ieri e a seguire per quello che inizia questa mattina.
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Juve-Figc, scontro finale per Conte
Cala il gelo quando il Procuratore federale Stefano Palazzi prende la parola. Sono le 15.45 e Palazzi annuncia che non si è arrivati a un accordo per il patteggiamento, riassume …
La richiesta
Come si passa da sette mesi di squalifica (sei mesi per la prima omessa denuncia, uno per la seconda) del patteggiamento ai 15 di ieri? Il patteggiamento è un accordo tra le parti. Si fa un po' al contrario: partendo da quello che si vuole ottenere, per Conte tre mesi e 200 mila euro di multa che avrebbero «compensato gli ulteriori cinquanta giorni di squalifica». Ecco che per arrivare a questo bisognava partire dalle sanzioni minime: sei mesi per l'omessa denuncia, un mese per la reiterazione. Saltato l'accordo, Palazzi ha applicato quanto già chiesto in passato per casi analoghi: un anno di squalifica per l'omessa denuncia più tre mesi per la reiterazione.
Ultimo tentativo Prima della richiesta di Palazzi c'era stato un ultimo tentativo di mediazione. Gli avvocati di Conte erano arrivati da Torino poco dopo le 14 e avevano presentato una loro controproposta: quattro mesi più l'ammenda, ma Palazzi non ha potuto accettare questa ipotesi. La Disciplinare non avrebbe dato l'okay per una squalifica inferiore a cinque mesi e qualche giorno come già fatto per i collaboratori di Conte mercoledì. Inutile farsi respingere anche questa proposta di patteggiamento. I legali di Conte hanno allora deciso di andare al dibattito.
La difesa
I due avvocati (De Rensis e Chiappero) hanno parlato per circa tre ore (e i legali degli altri deferiti non hanno mancato di protestare con la Commissione), ma il presidente Artico ha dato loro spazio perché non avevano potuto esporre le loro memorie. Polemico Antonio De Rensis: «Signor procuratore, la scivolata del patteggiamento, alla fine, l'ho apprezzata poco perché avevamo raggiunto un accordo con lei e lei sa che non è un'ammissione di colpa. Se lei pensa che questi onorevoli signori possano motivare le nostre colpe attraverso i patteggiamenti degli altri (riferimento a Stellini e agli altri collaboratori di Conte, ndr) siamo proprio fuori strada e le dico che non me l'aspettavo». Luigi Chiappero ha detto: «Si condanna quando si va oltre ogni ragionevole dubbio», motivando che su Conte non si sarebbe raggiunto. Poi Chiappero è stato al centro di un siparietto con Artico e con il vicepresidente della Disciplinare Claudio Franchini sulle motivazioni della sentenza del primo calcioscommesse. Chiappero critica i principi tratti dalle sentenze del Tnas e citati a pagina 44: «Avete copiato male», dice perché vorrebbe che fosse invece presa in esame una sentenza della Cassazione. Ma Franchini replica: «E' al Tnas che voi vi dovete appellare, mica alla Cassazione».
La Gazzetta dello Sport
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