Jovetic come Baggio? Le storie dei due calciatori sono talmente diverse che nessuno, a parte l'incauto Jovetic, le aveva messe in relazione fino a questo momento. Tanto per cominciare, Baggio non voleva andare alla Juventus, mentre Jovetic spasima dal desiderio — e non da adesso — di trasferirsi alla corte di Agnelli. Per carità, desiderio professionalmente più che legittimo, ma i punti di partenza fra le due vicende non potrebbero essere più differenti. E molto diversa è anche l'atmosfera che circonda il caso di Jovetic da quello di Baggio. Tutti amavano il ragazzino di Caldogno, Jo-Jo invece agguanta meno passioni, tanto è vero che tifosi della Fiorentina sono disponibili alla cessione. Non piace, non può piacere, la probabile destinazione del giocatore e sicuramente un trasferimento ad altra e più lontana squadra — laggiù oltre la Manica — sarebbe accolto con la soddisfazione di aver beffato la Juventus e forse anche Jovetic. La fermezza dei Della Valle (trenta milioni per ora indiscutibili) è del tutto diversa dalla ben remunerata adesione dei Pontello nei confronti della richiesta dell'Avvocato per il quale i desideri erano tutti esaudibili. Se per Baggio scoppiò la rivolta, per Jovetic non scoppierà niente. Certo, se la cessione alla Juventus fosse deludente sul piano dei soldi o della contropartita tecnica, applausi ce ne sarebbero pochi, ma sulla partenza del giocatore la rassegnazione, o meglio la condivisione, è quasi generale.
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Jovetic e quel paragone troppo azzardato
Jovetic come Baggio? Le storie dei due calciatori sono talmente diverse che nessuno, a parte l’incauto Jovetic, le aveva messe in relazione fino a questo momento. Tanto per cominciare, Baggio …
Semmai preoccupa il fatto che una ritardata cessione comprometta le manovre sul mercato. Il pericolo esiste. Quello che le vicende Baggio e Jovetic hanno in comune è il ruolo dei procuratori. Ai tempi di Baggio l'uomo che tracciava un disegno già segnato, era Antonio Caliendo, che aveva inventato il mestiere di procuratore seguendo un'ispirazione di cui era molto grato a se stesso. Un giorno Caliendo era venuto a Firenze per chiedere ad Antognoni il permesso di usare la sua immagine per un diario scolastico. Antognoni aveva tranquillamente accettato, senza nulla pretendere. Caliendo era riparito in auto, ma il fatto che un calciatore famoso avesse acconsentito allo sfruttamento gratuito dell'immagine lo aveva «sconvolto». Arrivato a Bologna tornò indietro, fece firmare un contratto a Antognoni e diventò il suo procuratore. Caliendo è il passato, il presente si chiama Ramadani, l'agente di Jovetic, ma anche degli altri slavi della Fiorentina. Il procuratore è figura quasi sempre impopolare. Ramadani ha un bella scuderia e gli basta un puledro vincente ogni anno per fare festa: l'estate scorsa Nastasic, ora Jovetic, domani Ljajic. L'uomo, con l'aggiunta di Savic e Seferovic, ha in pugno la Fiorentina più appetitosa e detiene, per questo, molto potere. Ma spesso l'affare lo fa anche la società se chi è arrivato per otto parte per trenta. E questo succedeva anche ai tempi di Baggio.
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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