“Per chi tiferò? Rispondono i sentimenti”. Così Stevan Jovetic apre la lunga intervista da doppio ex di Fiorentina e Inter alla Gazzetta dello Sport. Sentimenti che pendono dalla parte di Firenze, che definisce città splendida con gente appassionata, che nel 2013 non si è sentito di tradire per la Juventus. Mentre il suo rimpianto è quello di aver rifiutato il Real Madrid nel 2009 perché non si riteneva pronto. Oggi al posto di Jovetic c’è Federico Chiesa, una situazione simile: “Ognuno decide con la propria testa. Un consiglio? Non deve ascoltare tutte queste voci, conta solo il campo”.
Se l’esperienza all’Inter è andata bene solo per i primi mesi, tanti sono i ricordi legati a Firenze, e soprattutto agli allenatori: “Avevo un bel rapporto con Cesare, gestì perfettamente un ragazzino che voleva spaccare il mondo. Gli voglio bene, così come a Sinisa, un superguerriero al quale sono legato in maniera speciale”. Ricordi bellissimi anche del gioco veloce e palla a terra di Montella, dove ricorda i compagni di reparto Cuadrado e Ljajic e di cui conserva le migliori giocate: “Le guardo ancora, mi aiutano a caricarmi”.

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Sul fatto che quella sia stata una delle più belle “Fiorentine” della storia ci sono pochi dubbi. Le grandi idee calcistiche di Montella interpretate da grandi giocatori : Gonzalo, Pizarro, Aquilani, Borja Valero, Ljiajc, Cuadrado e Jovetic. Palla sempre in possesso e sempre a terra. Pura poesia calcistica. Peccato per la presunzione di Jovetic che pensava di essere un campionissimo. Tutti (o quasi) quelli che hanno commesso questo peccato di presunzione puntando i piedi per andarsene hanno pagato pegno. (Jovetic, Cuadrado, Montolivo, Bernardeschi ecc.ecc.)
Altro fenomeno scoperto da Corvino…
Che ricordi, grande JoJo