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Joaquin: “Firenze è il massimo”

“Cuadrado grande e un po’ loco, Montella…” (COMMENTA)

Redazione VN

Sul settimanale della Gazzetta dello Sport, SportWeek, troviamo un'intervista esclusiva a Joaquin. Ecco i passi principali.

BARZELLETTE – “Sono ancora l'unico calciatore al mondo al quale nelle conferenze stampa chiedono di raccontare barzellette e, per strada, invece dell'autografo, domandano una storiella”.

ARRIVO – “Quando sono arrivato giravo indisturbato. Non mi filava nessuno. Adesso, a distanza di mesi, ancora mi fermano per gridarmi: Joaquin, grande Joaquin, che gol che gli hai fatto (in riferimento al gol alla Juve dello scorso 20 ottobre ndr)! Sei nella storia!”.

CORRIDA – “Per noi la corrida è storia, cultura, tradizione. Ci siamo dentro fin da piccoli. Chi ne sta fuori non può capire. Se ho mai provato a fare il torero? Sì. Tante. Ho molti amici tra toreri e allevatori. Ho provato nei loro allevamenti. Se ho mai ucciso un toro? Uno. Ma non era molto grasso”.

COSA POSSO DARE ALLA FIORENTINA – “Esperienza (ride ndr). Tanta esperienza. Sul serio: fisicamente sto ancora bene. Perché ho scelto l'Italia? Mi sembrava il momento giusto per conoscere un nuovo modo di interpretare il calcio. Avevo solo un po' di paura al pensiero di quanto avrei faticato (ride ndr)! Da voi si lavora tanto sul fisico. Poi Eduardo Macia mi ha spiegato l'idea di gioco di Montella e non ho più avuto dubbi: per caratteristiche tecniche e qualità di manovra, questa è la più spagnola delle squadre italiane. I nostri allenamenti sono fatti di palla, palla, palla. Bello”.

CUADRADO – “E' davvero un gran giocatore, mi ricorda parecchio me stesso: è coraggioso, punta sempre l'uomo. Forse troppo: ne salta uno, poi un altro, poi ne vuole scartare un altro ancora... Imparerà. Ogni tanto mi chiede consiglio. Mi piace perché è un po' loco (pazzo ndr)”.

FIRENZE – “Firenze è il massimo: palazzi, monumenti, chiese... Però Siviglia è simile”.

MONTELLA – “E' successo che una volta, tra il primo e il secondo tempo, il mister mi chiede di scaldarmi, ma io non avevo capito che volesse mettermi in campo subito, così me l'ero presa comoda. A un certo punto Montella si gira e mi vede corricchiare: Ma ancora non sei pronto?!, strilla. Da allora, quando decide di farmi entrare, fa una battuta. Montella mi piace. Alla fine di ogni allenamento mi viene vicino e fa: Ti ho fatto stancare? Sei sudato? Mi devo preoccupare?”.