Quella frase di Moratti, dettata lunedì scorso dopo il gol di Milito al Chievo, oggi a posteriori suona come minimo un po' beffarda: «Finché va bene Milito, e spero che duri ancora tanto, non serve un suo sostituto». Oggi servirebbe eccome, perché senza neppure i giovani paracadute Livaja e Longo, e senza la certezza di uno svincolato di sicuro affidamento, l'incognita di un reparto ridotto all'osso rimane come una nuvola sopra le prospettive nerazzurre. Oggi è necessario sperare che Cassano — arrivato per essere una splendida «arma impropria», da usare soprattutto in corsa o comunque per occasioni particolari — si adatti ancora di più e ancor meglio a un ruolo invece centralissimo. Oggi sarà importante verificare se e quanto Rocchi abbia usato (bene) questo suo primo mese abbondante in nerazzurro per scrostare la ruggine di tanta inattività laziale e sia pronto a essere utilizzato meno saltuariamente. Pronto a essere all'altezza di aspettative che per forza di cose saranno diverse.
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Inter, le soluzioni senza Milito
Quella frase di Moratti, dettata lunedì scorso dopo il gol di Milito al Chievo, oggi a posteriori suona come minimo un po’ beffarda: «Finché va bene Milito, e spero che …
Sempre tre, ma chi? Rocchi, Alvarez e Guarin: è a loro tre che Stramaccioni ha detto dovrà chiedere qualcosa in più. Perché il tecnico è stato chiaro, e non cambierà idea fino a prova contraria: «Anche senza Milito, continueremo a giocare con questa base; quattro difensori, tre centrocampisti e davanti comunque tre giocatori». Potrà essere in certi casi ancora un tridente pesante, dunque con Rocchi a fare il Milito, con Palacio e Cassano più larghi. Potrà essere un tridente più «mobile», con Alvarez a fare l'esterno e Palacio e Cassano ad alternarsi nel ruolo di centrale. Potrà essere una soluzione con Guarin alle spalle di due punte oppure anche con due trequartisti — Alvarez e Guarin, più che Cassano — dietro una sola punta. Più che inventare, Stramaccioni dovrà gestire, valutare di volta in volta. E soprattutto spremere il massimo da tutti.
La Gazzetta dello Sport
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