Con quell’andatura così, con quel passo un po’ così. Lento. A tratti lentissimo. Sia quando gioca, sia quando esce dal campo. Per Josip Ilicic non fa molta differenza. «La sua andatura condiziona i giudizi», ha ripetuto spesso Montella. Forse però, per giudicarlo, basta guardarlo giocare. Ieri il Franchi lo ha fatto, e quando Vincenzino lo ha richiamato in panchina lo ha ricoperto di fischi. Forti. Sarà l’andatura caracollante? O sarà qualcos’altro? A lui, comunque, non importa. Lui si mette il dito davanti alla bocca e zittisce tutti. Un atteggiamento insopportabile. Come la prestazione. Un gesto che rischia di scrivere la parola fine al suo (tormentato) rapporto con Firenze. (...)
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Ilicic, errori e lentezza. E il gesto sbagliato per zittire la Curva
Lo sloveno ormai ai ferri corti con il pubblico viola: ieri un atteggiamento insopportabile
Qualche giorno prima, Ilicic, aveva segnato a San Siro. Un gol bello. Decisivo. Uno dei pochi della sua (fin qui triste) avventura fiorentina. Eppure si era sentito in dovere di esultare mimando il becco di una papera. Come dire. «Voi che mi criticate siete dei quaquaraqua ». Come se bastasse un sassolino a cancellare una montagna di errori. Uno fra tutti quello al 90’ della finale di Coppa Italia, quando tutto solo davanti a Reina tirò fuori una specie di brutto pallonetto scrivendo la parola fine su qualsiasi velleità di rimonta. Comunque. Mimata la papera, e incassato l’appello al Franchi dell’allenatore, Ilicic (contro l’Udinese) ha avuto immediatamente sui piedi il pallone per confermarsi e forse per zittire davvero i mormorii. Risultato? Tiro in bocca al portiere.
Nessun fischio, però. Soltanto applausi. Come voleva Montella. Il problema è che la pazienza ha un limite, e ieri questo limite è stato superato. Un pallone perso, poi un altro, e un altro ancora. E poi un tiro sparacchiato a lato, un paio di passaggi perfetti. Per il Napoli. Il Franchi non ne poteva più e al momento della sostituzione è esploso. Colpa sua. Certo. Ma non solo. Perché Montella continua a proporlo? Perché, anche quando decide di giocare col 4-3-3, parte titolare? Ci sarebbe Joaquin, tanto per fare un esempio. Eppure Vincenzino continua a dargli fiducia. Unici presenze in campionato quest’anno (sei da titolare), e un gol. In Europa, invece, due presenze e una rete. Senza dimenticare la passata stagione. Trentuno presenze in Serie A con tre gol, più altri tre tra Coppa Italia ed Europa. Un po’ poco per uno pagato (circa) 9 milioni. Un insostenibile peso, che pare averlo definitivamente schiacciato. «Si porta dietro anche questa croce del costo del cartellino ma non è colpa sua», spiegava ieri Montella. Un bel guaio, perché se è così venirne fuori diventa dura. Forse impossibile.
la Repubblica
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