stampa

Il Toro si gioca tutto: dentro o fuori

Secondo match point per l’Europa. Il Torino ha sprecato il primo domenica scorsa quando aveva in pugno la vittoria con il Parma e se l’è fatta sgusciare via come sabbia …

Redazione VN

Secondo match point per l’Europa. Il Torino ha sprecato il primo domenica scorsa quando aveva in pugno la vittoria con il Parma e se l’è fatta sgusciare via come sabbia tra le dita. I granata, in formazione senza varianti obbligata da squalifiche e assenze (si è fermato anche Rodriguez per un attacco febbrile), ci riprovano a Firenze, sapendo di essere di nuovo padroni del proprio destino: bella situazione quando si possiede la scorza per non farsene suggestionare, altrimenti diventa un peso che schiaccia. Dover vincere è sempre difficile. La Fiorentina non giocherà alla morte perché ha uomini già con la testa al Mondiale o alle spiagge ma pure al 70 per cento può resistere ad un Toro che non sappia produrre pericoli senza Immobile che è molta parte del gioco offensivo. Più di Meggiorini, dovrà pensarci Cerci: deve uscire dall’appannamento delle ultime settimane per sigillare la stagione del lancio definitivo. Quanto alla storiella del gemellaggio che ammorbidirebbe i viola, possono crederci i tifosi e il presidente del Parma che doveva mettere la mani avanti anche se sarebbe stato elegante tenerle in tasca.

Comunque vada è già formidabile trovarsi lì. Ne è la prova l’esodo dei tifosi granata, il primo che si riallacci dopo tanti anni a un passato non fatto di viaggi della speranza per una salvezza o una promozione. Per il Toro, ma anche per il Parma che ne è la vera rivale per l’Europa League (il Milan sembra fuori corsa), entrare al terzo turno preliminare è una motivazione per il cuore più che per il cervello. Forse sarebbe saggio starne fuori. Se ne ricava poco e si moltiplicano le controindicazioni, almeno con la mentalità dei club italiani perchè il Siviglia ha dimostrato che si può partire da lontano, vincere la Coppa e mantenersi dignitosi in campionato. Il primo problema è che si comincia ai primi di agosto, anticipando la preparazione. Il secondo è che se prosegui devi disporre di una «rosa» che affronti la sovrapposizione con la serie A: campioni e molte ottime riserve.

Marco Ansaldo - La Stampa