Indossare la maglia viola è sempre stato il sogno di tutti i ragazzi fiorentini, ma arrivarci è durissima. E a qualcuno, anche se è diventato Campione del Mondo, è rimasto il rimpianto di non aver mai giocato nella sua squadra del cuore. Parliamo di Paolo Rossi, che da bambino si è visto dalla Fiesole tutto il secondo scudetto, ma che poi è partito giovanissimo per Torino. L'ultimo più o meno profeta in patria prima di Emiliano Viviano è stato il «ragazzo che giocava bene», Francesco Flachi. I suoi primi due anni nello spogliatoio, prima con Batistuta e poi con Rui Costa, li ha vissuti quasi da tifoso capitato lì per caso tanto non gli sembrava vero di essere davvero lì in mezzo ai suoi idoli. Alla fine l'ha fregato proprio questo atteggiamento quasi timido. Proprio in quelle stagioni faceva il diavolo a quattro per venire a Firenze Lorenzo Stovini: fermava gli attaccanti più forti del campionato, si sarebbe pure ridotto l'ingaggio, ascoltava e riascoltava l'audio dei gol di Bati ed Edmundo, ma nulla. Ci ha riprovato anche con Corvino e alla fine si è messo l'animo in pace.
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Il sogno (e il peso) di essere fiorentini nella Fiorentina
L’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino
Ha invece avuto le sue occasioni Daniele Amerini da Pratolino, due anni con Ranieri fino alla dolorosa bocciatura del 1995, proprio quando Giacomo Banchelli di Montelupo Fiorentino apriva il campionato con una doppietta a Torino. Fu però un fuoco di paglia, perché al termine della stagione «Pomodoro» (così veniva chiamato perché da ragazzo arrossiva sempre) venne sostituito dal più celebre Oliveira. Ci vuole quindi davvero una certa tempra per resistere da fiorentini nella Fiorentina. Ci sono riusciti tra gli anni Settanta e Ottanta solo Andrea Orlandini, il ragazzo di San Frediano che arrivò anche in Nazionale a marcare un certo Crujiff, e Alessio Tendi, per cui la Fiesole coniò il famoso «picchia per noi, Alessio Tendi». Grande cuore e piedi ruvidi, quando nel 1980 segnò un gol a Zoff da centrocampo, quasi non credeva ai propri occhi. Più o meno come i tifosi, che da quel giorno gli vollero ancora più bene. Poi ci sono state le meteore: Sauro Fattori, compagno di metà campionato di Daniel Bertoni, Andrea Rocchigiani, oggi vigile urbano a Sesto Fiorentino e collezionista di cartellini rossi, e Andrea Ivan, che detiene il record di imbattibilità per un portiere, però realizzato in C2. Ma il più signore di tutti resta Piero Gonfiantini da Signa: fisico da impiegato, grande tecnica per essere un difensore e ottima scelta di tempo negli anticipi. Undici anni con la maglia viola, due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe per 137 presenze complessive: ogni volta che la sua Fiorentina gioca al Franchi lui sale a 77 anni gli scaloni dello stadio e comincia a soffrire.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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