A seguire vi proponiamo un interessante articolo pubblicato su Il Secolo XIX che ben descrive il giudizio labile del presidente della Sampdoria, Ferrero, nei confronti di Paulo Sousa:
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Il Secolo XIX – Ferrero, c’è Sousa: “Un ragioniere… No, gran tecnico”
C’è stato un breve periodo, diciamo qualche giorno, nel quale Paulo Sousa è stato l’allenatore della Sampdoria...
C’è stato un breve periodo, diciamo qualche giorno, nel quale Paulo Sousa è stato l’allenatore della Sampdoria. Non ufficialmente, chiaro. Ma sulla carta. Perché il tecnico portoghese è stato per un po’ di tempo il prescelto per sostituire Mihajlovic. È successo in primavera, tra fine marzo e aprile. Quando nella dirigenza blucerchiata la sensazione di perdere il tecnico serbo stava diventando una certezza. A metà aprile Riccardo Pecini andò a Basilea per qualche giorno, per seguire gli allenamenti del tecnico portoghese. A fine aprile sembrava tutto fatto, con tanto di accordo economico raggiunto.
Una scelta sicuramente coraggiosa, considerando la particolarità del profilo di Sousa, ma condivisa a tutti i livelli in società. Ai primi di maggio, però, l’intoppo. Anzi, gli intoppi. Il primo legato a supposti tentennamenti di Mihajlovic (peraltro mai accertati e tanto meno dichiarati), il secondo alla malattia che colpì uno dei componenti dello staff di Sousa. Il portoghese si prese un po’ di tempo, una settimana, per riflettere. E Ferrero intanto accese quel giro di incontri esplorativi e di consultazioni con un buon numero di altri allenatori (Donadoni, Zenga, Guidolin, Sarri, le cene con Montella...) che alla fine portò alla scelta, altrettanto condivisa, di ingaggiare Zenga. Il nome di Sousa, però, era ancora vivo il 30 maggio. Così Ferrero in tivù da Fazio: «Ci sono tre nomi che potrebbero diventare il nuovo allenatore della Sampdoria: Donadoni, Sousa e Sarri». Nomi fatti forse per schermare il vero obiettivo, Zenga. Sousa finì alla Fiorentina, che domenica arriva al Ferraris da capolista.
Il presidente dovrebbe essersi incontrato di persona una volta sola con Sousa. E le sue parole, anche in questo caso, non aiutano a chiarirne gli esiti. Il Ferrero 1 è un’intervista estiva: «Sousa? È uno dei tanti professori di calcio. Gli ho preferito Zenga perché lui si è presentato da me solo con la voglia di fare grande la Samp, senza troppe richieste sul mercato. È la perfetta continuazione per il dopo Sinisa». Ferrero 2, sempre a luglio: «Sì, l’ho incontrato (Sousa). Una grande persona. Ma professa un calcio che a me non piace. E allora l’ho lasciato ai viola. A Firenze hanno lasciato andare via Montella, il meglio del mondo e hanno preso un ragioniere». Per arrivare a Ferrero 3, una ventina di giorni fa: «La Fiorentina prima in classifica fa un effetto meraviglioso perché Paulo Sousa è un grande allenatore». E al Ferrero 4, sempre ottobrino: «Gli venisse un colpo a Briatore e pure a Paulo Sousa...», rivelando che il primo contatto con il manager piemontese sarebbe avvenuto quindi a marzo e non a luglio e proprio per chiedere un consiglio sul tecnico che Briatore aveva avuto nella sua esperienza al QPR.
La storia Sousa ricorda un po’, per la particolarità del suo profilo internazionale, quella di Pochettino. L’emergente tecnico dell’Espanyol che l’allora ds Sensibile voleva portare alla Samp non ritenendo idoneo Iachini per la A. Pochettino ci pensò un po’, poi disse di no. Oggi allena il Tottenham, quinto in Premier.
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