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Il sassolino di Paulo Sousa, il comunicatore sottile

Paulo Sousa parla quattro lingue e in tempi di magra ha inoltrato astuti concetti per rianimare sentimenti afflosciati, si suppone perciò che abbia calcolato bene la sintassi e la dimensione degli …

Redazione VN

Paulo Sousa parla quattro lingue e in tempi di magra ha inoltrato astuti concetti per rianimare sentimenti afflosciati, si suppone perciò che abbia calcolato bene la sintassi e la dimensione degli aggettivi quando, a New York, ha risposto a una domanda su Savic traslocato in un lampo a Madrid. La voce di Sousa ha perso la rotondità da doppiatore cinematografico per riprendere l’essenzialità piatta del comunicatore: «La società ha fatto le sue scelte e ha preso le sue decisioni con l’obiettivo di fare il meglio possibile, io ne prendo atto e cercherò di migliorare la difesa, che ha perso un giocatore importante». Così Paulo Sousa ai microfoni di Radio Bruno prima della partita che si è giocata la scorsa notte contro il psg.

Premesso che Mario Suarez è un rinforzo di qualità, ma fa il centrocampista, sembra evidente che Paulo Sousa avesse sul conto di Savic un’aspettativa molto vicina al concetto di incedibilità. In quel «ne prendo atto» c’è la sintesi sottile di un evento subìto, più che condiviso.

A Verona, mentre la squadra si stava imbarcando per gli Usa, l’addio in tempo reale con recupero di valigie dalla stiva. Essendo presente in aeroporto il presidente Cognigni, l’uomo dei conti e l’uomo con cui si devono fare i conti quando gli zeri si moltiplicano, lo scambio di idee è stato immediato. L’allenatore viola è contento per l’arrivo di Mario Suarez e aspetta Milinkovic-Savic, ma ha chiesto con forza un altro difensore centrale. Prossimo aggiornamento fra qualche giorno, anche sulla scorta del risultato contro il PSG.

Angelo Giorgetti - La Nazione