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Il ‘premio Nobel’ viola viene da Madrid

Un applauso di un quarto d’ora a Neto, nonché Norberto Murara, il portierino viola che con i suoi ventitrè anni, e la faccia da chi sa stare in campo, ha …

Redazione VN

Un applauso di un quarto d’ora a Neto, nonché Norberto Murara, il portierino viola che con i suoi ventitrè anni, e la faccia da chi sa stare in campo, ha dato ieri una mano, due, tre, quattro alla Fiorentina con una serie di parate che oltre a tutto hanno evitato che qualcuno di basso umorismo giocasse sul nome di Di Natale a ridosso del Natale sul calendario. Bravo, questo ragazzo brasiliano, alla seconda partita in così pochi giorni, e perfino all’improvviso, ma il Premio Nobel della serata lo merita secondo noi un altro giocatore viola, Borja Valero, semmai anche Iglesias, spagnolo di Madrid. Ha fatto un partitone, qualche volta senza nemmeno apparire, ossia senza bisogno di buttarsi in fuori (aspetto importante perché dà sostenza), ma la squadra l’ha tenuta insieme lui, in una partita non elettrizzante, questo proprio no, ma che ha permesso alla Fiorentina di andare avanti in Coppa Italia.

Da non dimenticare che mancava un campione come Pizarro. Ora stiamo per ripetere un concetto (oddio, che parolone) piu volte espresso: la Fiorentina ha avuto la mano felice nella scelta di tutti i centrocampisti, e non era gente della porta accanto. Ieri a Udine aveva poco attacco la Fiorentina, poco per dire che difatti Ljajic è stato sostituito e che Haris Severovic, svizzero, ma origini delle Bosnia Erzegovina si è trovato, a disagio, anche e soprattutto perché ha avuto pochi palloni giocabili. In ogni modo, bene così, la Viola. Sottilizzare troppo sarebbe davvero un’esagerazione. Ieri a Udine occorreva solo far punti per andare avanti in coppa, senza strafare, ma sostanzialmente fare.

Giampiero Masieri - La Nazione