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Il patto del Nazareno? Non regge senza i cross di Pasqual

L’incipit del Viola Pop di Benedetto Ferrara su Repubblica: si parla del capitano viola

Redazione VN

Saremo chiari: il futuro del paese dipende da quello di Manuel Pasqual. Ebbene sì, e vi spieghiamo perchè. James Pallotta, padrone della Roma, ha speso 30 mila euro (bevande escluse) per partecipare alla cena di finanziamento del Pd che si è tenuta l’altra sera all’Eur. Per l’imprenditore americano si trattava della grande occasione per conoscere il premier e cercare una soluzione diplomatica al fine di realizzare il suo più grande desiderio: portare in giallorosso Manuel Pasqual. Così, dopo l’aperitivo (spuma al bitter annata ’87) e due sofficini al lampredotto cucinati dal Masala (chef stellato), Renzi è arrivato finalmente al tavolo di Pallotta, dove sedevano anche il cantante Cristian e il Gabibbo, nuove icone della sinistra.

Purtroppo però, per soli 30 mila euro, il tempo concesso era di circa 3 minuti. E il premier è stato secco, la risposta è stata: no. Pasqual alla Roma non ci può andare, perché una simile eventualità renderebbe ancora più ardua la strada delle riforme. Infatti, la verità a proposito della rottura tra Renzi e Berlusconi sul cosiddetto patto del Nazareno sta tutta lì: il leader di Forza Italia è d’accordo su tutto, dal premio di maggioranza alla sponsorizzazione di materassi by Mastrota sulle schede elettorali. Ma per non rompere l’accordo anche lui vuole Pasqual. Il caso, quindi, resta aperto. Così come la questione aeroporto.

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