Lo scudetto lo vincerà la Juventus, ma non c'è alcun dubbio che sia il Milan la squadra più forte e pericolosa del campionato. Il 2013 dei rossoneri è stratosferico: nove vittorie e tre pareggi. Nessuno ha saputo fare meglio. La Fiorentina, tanto per fare un raffronto, nello stesso periododi punti ne ha messi insieme poco più della metà: 16. Allegri, proprio contro i viola, aveva toccato il punto più basso: sconfitta casalinga per 3 a 1 e panchina fortemente a rischio. Mai aveva traballato così tanto. E se Galliani non si fosse messo di mezzo, forse Berlusconi avrebbe provveduto all'esonero e il Milan avrebbe scritto una pagina diversa della sua storia.
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Il Diavolo sul treno senza fermate
La corsa inarrestabile dei rossoneri dopo Milan-Fiorentina
Invece, ad un girone di distanza, l'allenatore di Livorno si gode la (meritata) rivincita. Il Milan non è più quello dell'andata, timido e disarticolato. La squadra è solida e affamata e l'acquisto di Balotelli, 7 gol da gennaio, l'ha resa più sicura e pericolosa. L'attacco è il reparto migliore perché, a parte Balo, può contare sul talento di El Shaarawy, 16 reti, meno preciso nelle ultime partite ma sempre prezioso sulla fascia e su Pazzini che, se non fosse arrivata la telefonata milanista, forse giocherebbe con la maglia viola insieme al suo amico Toni. Oggi il Pazzo potrebbe rovinare il brunch viola: lui, che doveva essere messo in ombra dall'arrivo di Balotelli, proprio in coincidenza con l'acquisto di Mario si è scatenato e con 13 reti è il vice cannoniere rossonero. Allegri sta accarezzando l'ipotesi di mandarli tutti e tre in campo, ma in ogni caso ha solo l'imbarazzo della scelta: Pazzini torna a disposizione dopo l'infortunio in casa del Genoa, così come Boateng e non va trascurato il giovanissimo Niang, l'altro giovane con la cresta. L'allenatore ha molte possibilità e frecce al proprio arco.
E se l'attacco è atomico, la difesa sta diventando di ferro. In teoria sarebbe il punto debole, in realtà è quasi impenetrabile. (...)
A centrocampo, dove forse si deciderà la partita, la sfida tra Aquilani e Montolivo. O meglio quella tra Monto e il suo passato, Firenze, lo stadio, i vecchi tifosi che lo fischieranno. Montolivo ha cominciato piano nel Milan, ma adesso ha preso in mano la squadra, tanto da diventarne uno dei leader. (...)
Corriere Fiorentino
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