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Il Chievo perde gli attaccanti. Di Carlo ‘inventa’ qualcosa

La stagione di Davide Moscardelli si chiude con una diagnosi lapidaria: rottura del tendine dell’adduttore sinistro, 2 mesi di stop e tanti saluti… E, contemporaneamente, si vede costretto a rinunciare …

Redazione VN

La stagione di Davide Moscardelli si chiude con una diagnosi lapidaria: rottura del tendine dell'adduttore sinistro, 2 mesi di stop e tanti saluti... E, contemporaneamente, si vede costretto a rinunciare pure alla quarta punta della batteria offensiva: sempre ieri, infatti, il responso su Fernando Uribe, distorsione alla caviglia e dieci giorni di sosta ai box per il colombiano (che si era infortunato giovedì scorso nel test contro il Raldon). La conseguenza immediata è che il baby Francesco Grandolfo, 19 anni, scala due posizioni nella gerarchia: per almeno tre gare, cioè la trasferta di Firenze di domenica e i due turni casalinghi contro Catania e Milan (7 e 10 aprile), se ne starà lì, alle spalle dei titolari Sergio Pellissier e Alberto Paloschi, sperando di raccogliere il tanto atteso debutto in maglia gialloblù.

Anche se Di Carlo, va detto, potrebbe prendere in considerazione un'altra ipotesi: spostare il francese Cyril Théréau in avanti, a fianco di quel Pellissier con cui c'è buon feeling, e sacrificare Paloschi tenendolo come carta-jolly dalla panchina; significherebbe inventarsi un nuovo trequartista, ruolo in cui quest'anno si sono visti, oltre a Théréau, anche Paolo Sammarco e l'enigmatico peruviano Rinaldo Cruzado. Qualche equilibrio insomma, nel Chievo post-Moscardelli, potrebbe cambiare. (Corriere Veneto)