La vera svolta sarebbe scoprire cos’ha in testa Alessio Cerci, decifrare i suoi atteggiamenti cafonal, o semplicemente immaturi, da fenomeno di periferia. La vera svolta sarebbe far trovare continuità a un giocatore che si fa male da solo, senza compromessi ruffiani né intelligenti con chi se l’è preso sulle scatole, cioè i tifosi della Fiorentina. Perché dopo partite come quella di ieri — Cerci centravanti, sette in pagella — ci si chiede che cosa manchi a questo giocatore per diventare grande. Un po’ lo è davvero, lo dicono i numeri, perché da due complicate stagioni è comunque il vice capocannoniere della Fiorentina.
stampa
Il centravanti che non ti aspetti: Cerci e l’arte di sorprendere
L’articolo di Angelo Giorgetti de La Nazione
Nell'impossibilità’ di capirlo, i tecnici sono divisi: è un tornante di fascia destra, no è una seconda punta, macché può fare l’attaccante puro. Di sicuro è uno che si stima parecchio. Magari capisse anche di aver lasciato per strada parecchie occasioni per imboccare una carriera diversa. A 25 anni si può crescere ancora a livello tecnico, Cerci deve cambiare soprattutto di testa anche se — pare di sentirli — i più critici sono convinti che una testa così non cambierà mai. Sta a Cerci dimostrare il contrario, non vorremmo però che la Fiorentina si pentisse di averlo ceduto per scoprire in ritardo di aver rottamato un attaccante come se ne trovano pochi. Ieri Cerci ha giocato da centravanti moderno, si è mosso bene e molto, ha distribuito palloni, ha lotatto sui contrasti alti e bassi, ha fatto pressing. Onestamente non sembrava lui. Non era la caricatura improbabile del dribblomane romano confinato nei trenta metri di fascia e il resto, poi, chissenefrega. Ieri Cerci ha giocato per la squadra. E anche bene. Speriamo sia un punto di partenza, giusto per non avere rimpianti.
Angelo Giorgetti - La Nazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA