Sul Corriere Fiorentino troviamo un approfondimento sui prossimi impegni in campionato della Fiorentina. Nonostante il valore delle avversarie, visti i precedenti, sarà bene andarci cauti. Spezia, Udinese, Roma e Parma: quattro sfide che sulla carta potrebbero offrire ai viola l'occasione per dare una sterzata alla classifica, ma occhio ai precedenti: nel campionato scorso, proprio a causa dei risultati non ottenuti contro le cosiddette piccole, Pezzella e compagni si sono ritrovati a lungo nei bassifondi della classifica. Il bilancio, contro le squadre arrivate dietro o immediatamente sopra fa rabbrividire, meglio con le grandi. Un anno fa, per esempio, Ribery e soci sono stati capaci di fermare al Franchi la Juventus (0-0), l'Atalanta (2-2), hanno battuto il Milan a San Siro (1-3) e l'hanno inchiodato sul pari in casa (1-1). E poi ancora, hanno pareggiato con l'Inter in casa (1-1) e in trasferta (0-0), hanno vinto al San Paolo contro il Napoli (0-2).
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Il calendario sorride? Fiorentina, occhio alla trappola delle piccole: precedenti da brividi
Nel campionato scorso, proprio a causa dei risultati non ottenuti contro le cosiddette piccole, Pezzella e compagni si sono ritrovati a lungo in difficoltà
La musica cambia nelle gare teoricamente più agevoli. Basta pensare che Montella, per esempio, ha perso contro il Genoa a Marassi, contro il Cagliari, a Verona, in casa col Lecce e a Torino contro i granata. Solo pareggi, poi, con Brescia e Parma. In totale fanno 19 punti persi. Con Iachini non è andata meglio, anzi. Anche l'attuale allenatore ha sbattuto spesso contro le "medio-piccole": 1-1 nell'esordio a Bologna, 0-0 al Franchi col Genoa, a Udinese e in casa con Brescia e Cagliari. Pareggi ai quali ha unito la pesante sconfitta (1-3) col Sassuolo. Battute d'arresto che sono costate la bellezza di 15 punti. La somma lascia poco spazio alle interpretazioni: 34 punti lasciati per strada. I motivi? Con Montella erano da ricercare forse nella mancanza di equilibrio. La sua Fiorentina concedeva troppo spazio alle ripartenza. Quella di Iachini, invece, è una formazione che faticava e fatica maledettamente a creare gioco e quindi, quando gli altri si chiudevano, andava in difficoltà.
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