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Il calcio non si fa solo con gli ettari

Il nuovo articolo di B. Ferrara (COMMENTA)

Redazione VN

Ricominciare non mai è facile. Ma può essere elettrizzante: quando riparti da zero esci dalla routine. E riaprire il gas è molto rock, anche in mezzo alle difficoltà, se c´è entusiasmo e unità di intenti. Anche perché ci sono due modi differenti di immaginare la rinascita della Fiorentina. Una è quella un po´ malinconico-polemico-immobiliarista del calcio che è cambiato, del gap con le grandi, dei metri quadri e delle frecciatine quotidiane o quasi. Quella che nella testa di tanti vive sul rapporto numero di ettari uguale valore del sogno comune.

La seconda versione è diversa. Forse un po´ adolescenziale, ma di sicuro meno angosciante. E ti dice che, pur tenendo conto di un dislivello di introiti che rende al momento quasi impossibile concorrere per lo scudetto, pur ricordandoci che in ogni caso è bene immaginare a stretto giro un modo di vivere il calcio aggiornato ai tempi (stadio compreso), per risollevarsi dal poco o nulla degli ultimi due anni non è che servano per forza accordi immobiliari o chissà quale parco tematico da costruire non si sa bene più dove. Ormai abbiamo capito tutti che l´area Mercafir non è come quella di Castello, che tra l´altro, oltre a essere ancora sotto sequestro, appartiene a Ligresti.

Ma perché non guardiamo anche la classifica oltre a calcolare i metri quadri? Intanto va detto che in Champions League, oltre a Juventus e Milan, ci va anche l´Udinese, che non incassa più della Fiorentina e per questo da anni fa calcio secondo dogmi precisi (e vincenti). A chi dice che a Udine si può fare per via delle poche pressioni della piazza, noi rispondiamo che quando una società merita fiducia per ciò che ha dimostrato la piazza di sicuro impara l´arte della pazienza.

E in ogni caso la Fiorentina, diciamocelo, può solo seguire quel tipo di strada: cercare giocatori di qualità in anticipo sugli altri, scoprire giovani, ricaricare e rimotivare calciatori scartati dalle grandi e così via. Ma, Udinese a parte, possiamo anche fare un facile calcolo per dire che attualmente tra Parma e Fiorentina ci corrono dieci punti. Certo, il Parma è fuori dall´Europa. Ma il discorso serve a capire che con la squadra attuale (magari con qualche punta) sarebbe bastata una gestione "normale" di una società "normale" per stare almeno dieci punti più su. A una distanza più ragionevole dall´Europa. Iniziamo da qui, allora. sempre ricordandoci che il calcio è cambiato (ma anche che la qualità generale del campionato è scarsa), che il futuro passa anche da uno stadio nuovo e da altre attività commerciali o direzionali. Ma se tutto questo serve a spiegare come mai la Fiorentina non lotta subito per lo scudetto (magari qualche dubbio che fosse così ai tifosi era già venuto da un pezzo) il rilancio di questa squadra fatta a fette da una gestione societaria "diversamente creativa" può esserci eccome, e senza fare per forza follie. Quindi cerchiamo di essere realisti, ma anche di non vivere il pallone avvinghiati ai metri quadri di un progetto immobiliare. Anche perché in questi due anni, mentre la società e Palazzo Vecchio si rimpallavano la questione cittadella, la Fiorentina spariva clamorosamente dai radar. E non certo solo per colpa dell´ottovolante fantasma di un parco tematico che non si farà.

Benedetto Ferrara - La Repubblica