Come sarà il calcio dopo la "riapertura" del 4 maggio? Se lo chiede La Gazzetta dello Sport, secondo cui il rischio zero non esiste. La difficoltà sarà quella di isolare le strutture dove si alleneranno e pernotteranno non solo i giocatori, ma anche il resto dello staff di ogni singola squadra. Uno degli altri nodi sarà quello relativo ai tamponi: migliaia di italiani con sintomi sono in attesa di effettuarlo, le società invece sottoporranno i propri tesserati a test a pagamento, sfuttando percorsi privilegiati.
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Il calcio dopo il Coronavirus: tamponi, esami, distanze in campo e fuori. E trasferte blindate
I protocolli da seguire dopo il 4 maggio: calcio blindato, test e sanificazioni. Così forse si potrà finire la stagione
Un altro problema - scrive la Rosea - sarà quello di rispettare la distanza minima di due metri, sia nei locali comuni che in campo. Solo a partire dalla seconda-terza settimana saranno possibili partitelle, ma gli atleti fuori dal campo dovranno indossare guanti e mascherine. Per i calciatori colpiti da Covid-19 invece, verranno fatti esami approfonditi: elettrocardiogramma sotto sforzo, spirografia, ecocardio, tac polmonare ad alta risoluzione, holter 24 ore. Questo per verificare se l'infezione da Coronavirus abbia lasciato danni persistenti a polmoni e cuore come nelle forme più acute.
Gli ambienti dovranno essere sanificati in maniera continua: una volta al giorno per gli spazi chiusi, e anche le trasferte dovranno essere "blindate", senza o quasi contatti con il mondo esterno. Infine cosa succederebbe se il virus riuscisse a contagiare un calciatore? La preparazione si fermerebbe e verrebbero effettuati nuovamente i tamponi. Insomma, si ripartirà senza illusioni sul completo svolgimento del finale di stagione.
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