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Il calciante radiato: “Chiedo scusa a Firenze”

Vi proponiamo un articolo di ieri del Corriere Fiorentino sul Calcio Storico, la cui finale è stata annullata:   «Sono costernato. Chiedo scusa a Firenze e ai fiorentini». Marco Guidi, …

Redazione VN

Vi proponiamo un articolo di ieri del Corriere Fiorentino sul Calcio Storico, la cui finale è stata annullata:

«Sono costernato. Chiedo scusa a Firenze e ai fiorentini». Marco Guidi, calciante bianco espulso e poi radiato riconosce le sue colpe. È lui la Croce bianca, l’uomo della discordia della semifinale tra Bianchi e Azzurri, oggetto del ricorso degli Azzurri e della successiva sospensione del torneo. Espulso dal campo dopo aver colpito un avversario a terra, è rientrato nell’arena dopo pochi minuti continuando la partita. «Dentro l’arena c’è un’adrenalina pazzesca — racconta Guidi — avversari agguerriti, tifosi sugli spalti e voglia di vincere. C’è un grande agonismo e l’istinto domina ogni stato d’animo».

Guidi è un pilastro dei Bianchi. Gioca nella squadra di Santo Spirito da dieci anni, vive il quartiere tutti i giorni. Abita in San Frediano e fa l’agente di commercio, oltre che l’allenatore di calcio. «Dentro il campo il senso di appartenenza al colore e al quartiere diventa fortissimo». Motivazioni forti, che però non giustificano le scorrettezze di cui è stato protagonista: «È vero, ho sbagliato, ma non ho colpito il mio avversario con cattiveria». Guidi Racconta nei dettagli il fallo commesso: «C’era una bolgia incredibile, ho intercettato l’avversario a terra e l’ho colpito».

Erano passati pochi minuti dal fischio d’inizio: «I primi minuti sono quelli in cui il cuore batte più veloce». Secondo il regolamento, un cazzotto all’avversario a terra si punisce con l’espulsione. «È stato un attimo, dalle immagini neppure si vede, è come entrare a gamba tesa nel calcio, non te ne rendi conto».

Coincidenza vuole che il calciante azzurro colpito fosse proprio un suo amico: «Pietro Cappelli è un mio carissimo amico, non l’ho colpito per fargli male. Era un cazzotto come quelli che si danno negli allenamenti in palestra. Non sempre quello che si vede dagli spalti riflette la realtà del campo. Tra calcianti la cattiveria è agonistica, non è quella di un assassino, il Calcio Storico non è Medioevo e noi non vogliamo distruggere l’avversario». Dopo il fallo, l’altoparlante chiama l’espulsione della Croce bianca, ma lui non sente e continua a giocare: «Sei talmente concentrato che non capisci quello che accade». Allora è l’arbitro che si prende l’incarico di accompagnarlo fuori. Lui esce, seppur a malincuore. Ma resta sul bordo del campo, metà fuori metà dentro: «Sanguinavo, ero disorientato e non avevo realmente realizzato di essere stato espulso».

Dalla curva dei Bianchi, proprio a ridosso di Guidi, arrivano incoraggiamenti. Qualcuno gli intima di rientrare: «Ho sentito alcuni tifosi che mi urlavano di tornare in campo, qualcuno mi diceva che non ero stato espulso e così ho deciso di rientrare». Nessuno se ne accorge e la Croce bianca, nonostante la sanzione, disputa la partita. E per questo è stato radiato. Un dramma sportivo per lui: «La radiazione mi sembra una punizione esagerata. Il Calcio Storico è parte della mia vita, soffro tantissimo all’idea di lasciarlo per sempre».

Corriere Fiorentino