La Fiorentina lo ha annunciato ufficialmente, e subito sulla rete si è scatenato il caos. La festa, la discussione. Twitter è il suo mondo, lui lo anima da sempre e con gusto perché è come lui: di poche parole, ma aperto a tutti e sorridente. Giuseppe Rossi lascia gli Stati Uniti per tornare a sentirsi un giocatore dopo essere stato per troppi mesi uno spettatore. E basta risalire la corrente dei suoi tweet per scoprire quel che ha fatto negli ultimi mesi: foto in tribuna per il basket e il pugilato, per il tennis, ma anche per la salsa di pomodoro fatta in famiglia in agosto. Nel New Jersey, a casa. Perché lui vuole riprendersi la maglia azzurra, è italiano ma è anche assolutamente americano. A Capodanno prima ha scritto gli auguri per noi («Buon anno Italia») poi per gli States e i fan («Happy new year my friends!!! Hope its full of happiness and health»), che sono 657.043. Un terzo più di quelli di Ale Del Piero, poche migliaia meno di Giorgio Chiellini, altro scatenatissimo dei 140 caratteri.
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Il bimbo milanista ora tifa e comunica solo via Twitter
La Fiorentina lo ha annunciato ufficialmente, e subito sulla rete si è scatenato il caos. La festa, la discussione. Twitter è il suo mondo, lui lo anima da sempre e …
Pizza e Milan L'ultimo dell'anno l'ha passato in una pizzeria nel Bronx. Niente super feste, pin up o modelle. Le donne più importanti del suo mondo sono ancora la madre, Cleonilde, e la sorella Tina che con lui gioca tanto anche su Internet scambiandosi foto e messaggi. Papà Ferdinando — che insegnava spagnolo, come mamma — non c'è più, ma è quello che l'ha cresciuto a pane e pallone, e Milan (insieme vestivano la maglia rossonera ogni mezzogiorno a New York per seguire le partite della A) prima di spiegargli l'Italia quando giovanissimo si trovò catapultato in Emilia. Giuseppe ha fatto sempre tutto in fretta, un eterno precoce: sempre in campo con i più grandi, a poco più di 23 anni ha indossato anche la fascia da capitano azzurro. Il mondo era suo, poi il 26 ottobre 2011 il ginocchio destro ha fatto crac. Lui un attimo dopo postava la sua immagine su twitter, un modo per dire: non ho paura. Forse ne ha avuta un po' nell'aprile scorso, quando ha affrontato la seconda operazione. Ma anche quella è il passato. Parla poco ma si mostra tanto, Giuse — come lo chiamano quando è nel New Jersey — anni fa diceva: «Tornare in Italia? A giocare non so, a vivere non credo». E ora, rieccolo in A. La stranezza? Non lo ha ancora messo su twitter.
La gazzetta dello Sport
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