Accadeva di tutto nella passata stagione a Siena, quella della «cavalcata trionfale» per utilizzare le parole di Antonio Conte, ex tecnico dei toscani che lunedì scorso in una accorata difesa ha respinto ogni accusa. Altre parole, quelle dei pentiti Carobbio e Gervasoni, vanno però nella direzione opposta. Negli atti investigativi ci sono passaggi delicati che chiamano in causa il presidente Mezzaroma che avrebbe persino chiesto ai suoi giocatori e allo staff tecnico (quindi anche a Conte) di perdere la partita contro il Varese. Il motivo? L'intenzione del dirigente era quella di scommettere su quel risultato. Nell'informativa si legge: «Il dato che emerge è che in più occasioni l'alterazione delle gare non era solo frutto dell'infedeltà dei tesserati corrotti, ma sarebbe stato indirizzato da vere e proprie direttive espresse da organi dirigenziali e tecnici che avrebbero direttamente concordato "a tavolino" il risultato finale». Significativi sono i verbali di Gervasoni e Carobbio davanti al pm Di Martino, spesso le due versioni si sovrappongono alla perfezione.
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I verbali: “Mezzaroma disse al Siena di perdere”
Accadeva di tutto nella passata stagione a Siena, quella della «cavalcata trionfale» per utilizzare le parole di Antonio Conte, ex tecnico dei toscani che lunedì scorso in una accorata difesa …
Dovete perdere
Il fattaccio sarebbe accaduto prima del 21 maggio 2011 giorno di Siena-Novara. Così Carobbio: «Il portiere Ferdinando Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto rappresentandoci che poco prima, all'esterno degli spogliatoi, era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c'era la possibilità di perdere la partita. Questa persona, di cui Coppola mi fece anche il nome ma che in questo momento non ricordo, gli aveva detto che il presidente Mezzaroma intendeva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta. La squadra oppose un netto rifiuto suggerendo al Coppola di rappresentare a chi lo aveva contattato di non aver voluto riferire la proposta in quanto lui stesso non era d'accordo. Coppola era quasi sconvolto». Nell'interrogatorio Carobbio aggiunge anche che Mezzaroma si era mosso nella stessa direzione anche con Conte e i suoi collaboratori. «In seguito ho appreso da Stellini (vice di Antonio Conte, ndr) che la proposta era stata fatta dal presidente pure allo staff tecnico: si erano rifiutati. Era la prima volta che ci proveniva una richiesta del genere dalla dirigenza». Gervasoni, pur giocando nel Piacenza, sapeva dei movimenti. Dice al pm: «Pesoli, centrocampista del Varese, mi chiese via Skype di verificare se il Siena era disposto a pareggiare con loro. L'accordo era funzionale a dare il via libera aun'altra combine su Varese-Piacenza. Chiamai Carobbio per un sondaggio, mi disse che non potevano fare nulla».
Pellicori e il Toro
Ci sono però spunti investigativi giudicati molto interessanti anche per Siena-Torino 2-2 del 7 maggio 2011. Di mezzo c'è un altro degli arrestati, l'attaccante Pellicori. Nell'interrogatorio Carobbio in sostanza fa capire che quel pari è stato ottenuto con un accordo tra le squadre. Ecco il racconto: «Il 2-2 era un risultato scontato, si respirava nell'aria. Senza neanche che ci fosse bisogno di un input da parte dell'allenatore, scesi in campo per la ricognizione e cercammo di metterci d'accordo con gli avversari. I miei compagni mi dissero che l'accordo era stato raggiunto. Il 2-2 è poco rappresentativo di un intento da parte delle due squadre di defilarsi dall'impegno? E' accaduto per questa gara e anche per Novara Siena che l'attaccante Calaiò ha segnato un non voluto 2-1 provvisorio, costringendo a rivedere in alto il risultato del pari». Gervasoni aggiunge il carico: «Per Torino-Siena mi chiamò Pellicori: voleva, tramite Gegic, concludere un accordo per un Over con pari. Penso che Pellicori fosse d'accordo con qualcuno dei suoi compagni. Gegic rispose che la quota era troppo bassa...». Carobbio messo a conoscenza di questa dichiarazione, dice al pm: «Ne prendo atto e confermo che si trattò di un accordo solo tra le squadre». Se Pellicori ammetterà, anche il Torino rischia un coinvolgimento.
La Gazzetta dello Sport
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