Il clima del tifo viola, inevitabilmente, è un po’ depresso: la sconfitta di Catania, ultima delusione di un mese di gennaio allucinante. «C’è molto dispiacere perché prima della sosta eravamo terzi in classifica e in un mese abbiamo fatto un solo punto», dice sconsolato Stefano Sartoni, uno dei nomi storici della Curva Fiesole. Clima depresso, si diceva, delusione ma anche il riconoscimento alla squadra e a Montella di una biuona dose di sfortuna e di un gioco, comunque, sempre brillante. «Gli umori, purtroppo, sono neri perché ci si aspettava qualcosa di più —dice Walter Tanturli, presidente dell’Atf— però c’è una bella dose di sfortuna, i giocatori non si tirano indietro. E’ vero che i legni sono tiri sbagliati, però sono anche quasi gol. Diciamo che prima o poi la fortuna dovrà girare, ma dobbiamo aiutarla a farla girare». I tifosi aspettano un attaccante: «Davanti siamo leggeri, ma ci sono stati acquisti che possono rivelarsi buoni e meno male che ritorna El Hamdaoui. Abbiamo fiducia in Macia e Pradè — continua Tanturli— Quagliarella? È un cavallo di ritorno, non mi piace, ma è sempre meglio di un calcio in faccia».
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I tifosi assolvono la squadra: “Ma la punta…”
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Per Filippo Pucci, presidente del Centro coordinamento viola club «in questo mese c’è stata una concentrazione di sforuna, come nelle partite con Pescara, Udinese, Catania. Abbiamo preso un punto, ne meritavamo di più. L’attaccante? Da tifoso spero che arrivi è dalla partenza di Gilardino che questo problema c’è». Un problema che tutta la tifoseria sottolinea con preoccupazione: «A Catania abbiamo fatto una buonissima partita, ma se non concretizzi... —aggiunge Sartoni— Basta guardare lo stesso Catania: tre tiri e due gol. Noi abbiamo fatto di tutto, pali, traverse, mischie, cross, tiri da fuori e abbiamo perso. Se arriva Quagliarella è bene accetto, così come Matri». Generale la perplessità sulla gestione dei portieri: «Montella è abituato a farli ruotare —dice Pucci— ma per noi a Firenze è la prima volta. Comunque, se la valutazione è fatta sugli errori, dovrebbe toccare di nuovo a Viviano».
Roberto Davide Papini - La Nazione
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