Siccome sapevo che prima o poi doveva succedere, mi ero preparato psicologicamente: e che sarà mai saltare una radiocronaca? Beh, qualcosa è stato, soprattutto quando ne hai «bucate» appena sei in quasi trent'anni, trasmettendo con la febbre a quaranta (Udine) o con un'infezione gastrointestinale (l'indimenticabile Bistrita).
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Guetta racconta la sua domenica in poltrona
Siccome sapevo che prima o poi doveva succedere, mi ero preparato psicologicamente: e che sarà mai saltare una radiocronaca? Beh, qualcosa è stato, soprattutto quando ne hai «bucate» appena sei …
Nessun atto eroico, per carità, solo una gran fortuna a godere di buona salute per così tanto tempo e un ritorno all'adolescenza quando l'arbitro fischia l'inizio. Per me ogni partita da raccontare rappresenta una gioia vera, da assaporare fino in fondo. L'ultima assenza in campionato era avvenuta contro la Juve nel gennaio del 1990, Baggio giocava con la Fiorentina, c'erano ancora i Pontello, i cellulari li conoscevano solo in polizia.
Il sabato prima di Catania-Fiorentina è filato via abbastanza tranquillamente anche perché sembrava che potessero rimandare la partita. Confesso di averci spudoratamente sperato, anche con un po' di vergogna, perché avrebbe voluto dire giocare contro la Juve senza Behrami e Nastasic. Ma i sogni muoiono all'alba e così quando domenica mattina si è saputo che si sarebbe giocato regolarmente , anch'io «sono entrato in partita».
Cioè è cominciato il rito delle cose che faccio da sempre e che questa volta erano solo pensate: il pranzo poco dopo mezzogiorno, l'arrivo allo stadio con le solite due ore di anticipo, il sottile brivido che accompagna da sempre il corretto funzionamento della linea telefonica, il ripasso della formazione avversaria. Sono riuscito a trattenermi nel non tempestare i giornalisti a Catania con una quindicina di consigli non richiesti su quello che dovevano fare e dire. Una sola telefonata secca di due minuti (giuro, ho i testimoni!) e poi via ad aspettare il collegamento in televisione, con l'audio di Radio Blu per capire come stesse andando. Mi è mancato tutto, a cominciare dalla descrizione delle azioni per finire all'arrabbiatura perché non segnavamo: che cosa avrei detto in diretta al momento dello sciagurato super-cucchiaio di Cerci? Una sofferenza, e meno male che in casi come questo arriva in soccorso la famiglia. Mia moglie è stata più comprensiva del solito, Cosimo, 5 anni, il più piccolo, si è offerto di vedere la partita con me, Camilla e Valentina, che col calcio si annoiano moltissimo, hanno messaggiato e si sono affacciate alla porta: babbo tutto bene?
Sì, più o meno, a parte questa strana sensazione di impotenza, causata dall'astinenza per novanta minuti dalla radiocronaca.
Il peggio è arrivato al fallo da rigore di Gamberini. Non sapendo come sfogarmi, ho chiamato Radio Blu imponendo il mio intervento in diretta un secondo dopo la conclusione della gara. Ho immaginato dall'altra parte il perplesso scuotimento di testa dell'interlocutore, ma ho preferito passare oltre e continuare a tormentare la poltrona in vana attesa dell'urlo liberatorio, quello del gol viola. Per una volta avrei esultato da semplice tifoso e non da radiocronista. Per quello l'appuntamento è per sabato sera contro la Juve, quando mi riprenderò tutto: riti, microfono e sofferenza.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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