Così David Guetta sul Corriere Fiorentino:
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Guetta: “Pecci, la rete ma nessun sorriso”
"Condurre una stagione di Pentasport insieme ad Eraldo Pecci è stato come frequentare tre anni in uno alle superiori: se ne esci vivo, nulla può farti davvero più paura.,,"
Condurre una stagione di Pentasport insieme ad Eraldo Pecci è stato come frequentare tre anni in uno alle superiori: se ne esci vivo, nulla può farti davvero più paura. Cominciava a prenderti in giro dieci secondi dopo la sigla iniziale e dopo averti triturato ben bene finiva una trentina di minuti dopo quella finale, il tutto condito con grande intelligenza ed ironia. Ma quel pomeriggio del 13 dicembre 1981 Eraldo non aveva nessuna voglia di sorridere. Eppure la Fiorentina aveva vinto a Bologna per 2 a 0, continuando la sua cavalcata in testa alla classifica. Eppure lui aveva segnato un grandissimo gol con un tiro da fuori area, uno dei suoi. Mi avvicinai negli spogliatoi viola, allora ancora magicamente aperti alla stampa, con un sorriso largo così, in attesa di raccogliere l’ennesima battuta fulminante, ma lo vidi con lo sguardo basso e quasi con le lacrime agli occhi. Lui aveva saputo ed io no. Proprio poco dopo il suo gol si era accasciato nella «sua» cabina Rai Piero Pasini, che da una vita raccontava le partite del Bologna e che quindi aveva visto gli inizi calcistici del giovanissimo Pecci. Più che un giornalista, un amico, Pasini era una voce che era entrata nella vita delle famiglie italiane. Chiesi comunque ad Eraldo se avesse lo stesso voglia di dire qualcosa, ma preferì tacere, in segno di rispetto: altro che i minuti di raccoglimento dei nostri tempi, quasi sempre interrotti da insopportabili applausi.
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