stampa

Guerra di comunicati, ma in casa Fiorentina oggi riparte il dialogo

Proprietà all’attacco, Montella fermo sulla sua posizione e Pradè schiacciato in mezzo. L’articolo di Ferrara

Redazione VN

Pensavamo fosse amore e invece più che altro erano comunicati. Sì, magari amore è un po’ esagerato, ma insomma la stima c’era e l’amicizia, almeno con Andrea Della Valle, pure. Invece la Fiorentina e Montella sono riusciti a trasformare il tutto in una operetta fatta di bizze e ripicche. Uno aspetta (l’allenatore), l’altro si arrabbia (il padrone) e così tutto diventa clamorosamente surreale, anche se ora dicono in giro che alla fine è stato tutto un malinteso: Montella si aspettava una telefonata da Andrea e Andrea la aspettava da Montella. Quindi tirando le somme non ha chiamato nessuno.

Sarà mai possibile? Ma il giovedì sera, come noto, è successo di tutto: Diego che sbotta, Adv che tira giù un comunicato che segna un solco tra la società e il tecnico, e Montella che a sua volta detta poche righe alle agenzie non spostando di una virgola la sua posizione. Per la serie: sì, va bene, però va fatta chiarezza. Intanto, anche i rapporti tra lui e Pradè si complicano. I due sono amici, ma per il direttore sportivo, che tra l’altro ancora non ha un contratto, è in una situazione difficile. Lui, per tutelarsi, ha scelto Paulo Sousa. Il portoghese non ha posto alcuna condizione: gli va bene il taglio degli ingaggi e il progetto giovani studiato da Rogg e Cognigni, quello che rifondare (in parte) la squadra puntando su ventenni di belle speranze.

Sulla questione dei giovani Montella voleva una presa di posizione netta della società: insomma, si ricomincia, ma non dal quarto posto. Si ricomincia proprio. Così, almeno, sulla carta. Il fatto è che tutti, in queste ore, si sono fatti la stessa domanda: ma per quale motivo Montella e i Della Valle, invece di parlarsi attraverso i media, non alzano il telefono per chiarirsi? Al di là della versione secondo la quale uno aspettava la telefonata dell’altro, possiamo dire che ha vinto l’orgoglio dei personaggi in questione.

(...)

L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica