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Grossisti, ultimatum a Nardella: “Siamo condannati a morte. Svincolate il mercato dallo stadio”

Le imprese lanciano un sos all'amministrazione

Redazione VN

«Non vogliamo aspettare più, chiediamo al sindaco Nardella e all’assessore Perra di svincolare la realizzazione della nuova Mercafir dal procedimento stadio. Altrimenti noi muoriamo e sono tanti soldi, un patrimonio che va disperso, e 1500 posti di lavoro volatilizzati». I grossisti Mercafir  - scrive La Nazione - danno l’ultimatum a Palazzo Vecchio. Tramite il portavoce di Agofi, Stefano Guerri, vicedirettore Confcommercio Firenze, lanciano l’ennesimo grido di dolore: «Purtroppo senza ricevere soccorsi, i nostri appelli sono rimasti inascoltati – dice – E dall’ultimo incontro con il sindaco, il 25 luglio scorso, non si è mossa una foglia».

I grossisti hanno guerreggiato. Hanno contestato e poi aspettato che la situazione evolvesse: ma della nuova Mercafir si sa soltanto che il destino è legato a doppio filo con la realizzazione della cittadella viola. E nulla si muove nell’immediato. Sebbene sulla carta sia prevista la realizzazione della nuova sede nell’area dell’Osmannoro, pur con la totale contrarietà delle imprese mercatali associate alla sigla Agofi, circa la metà delle cinquanta presenti in Mercafir, produttive per i due terzi del fatturato (235 milioni su 265 complessivi), Palazzo Vecchio sta concretamente trattando per l’acqusito o l’esproprio oneroso di una fetta della grande propeortà di Unipol, a Castello.

«Il problema è che non c’è più tempo: dell’ipotesi Castello ci hanno accennato il 25 luglio e ad oggi è ancora un’ipotesi. Noi putroppo a suon di ipotesi non possiamo lavorare, serve molta concretezza – torna a bomba Guerri – Anzi, il rischio concreto è che a fronte di altre incertezze o scelte non condivisibili le imprese decidano di andarsene da Firenze, come sembra alcune stiano già valutando, magari progettando il loro trasferimento nei comuni limitrofi». Alcune aziende della Mercafir stanno valutando l’ipotesi di affittare o addirittura acquistare capannoni in vendita, in fondo 23 aziende versano un canone annuo di un milione 700mila euro alla Mercafir, l’affitto dello spazio non è così a buon mercato, ma per stare tutti assieme lo sforzo viene fatto. «Sempre che ne valga la pena e non vengano fatte scelte scellerate – incalza Guerri – Se qualcuno pemsa che il no all’Osmannoro sia stato dettato da una bizza, non conosce il nostro mondo imprenditoriale dove contano gli affari e dove un no è sempre motivato e legato a un’attenta valutazione tecnica».

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