La versione di Gabriele Gravina è il tentativo di conciliare un movimento che si sfalda proprio adesso che il governo sembra pronto a dare il via libera alla ripartenza del campionato. "La Lega Serie A ha indicato il 13 giugno come data per la ripresa. Aspettiamo l’incontro con il Ministro Spadafora il 28 maggio per capire se e quando potremo fissare una data che in tanti aspettano: i tifosi, gli addetti ai lavori e le decine di migliaia di lavoratori dell’indotto che vedono i propri posti di lavoro a rischio", dice a Repubblica il numero 1 della Figc. Adesso l’avversario non è più il ministro ma il sindacato: la rivolta dei calciatori, giovedì, ha trasformato la Federcalcio in una polveriera.
stampa
Gravina ai calciatori: “Assurda la loro protesta mentre il paese riparte”
La posizione del numero 1 della Figc: "I lavoratori di altri settori sono nelle stesse condizioni, perché i calciatori dovrebbero avere aiuti ulteriori?"
I giocatori sono sul piede di guerra, parlano di "stupore e imbarazzo", dopo che la Figc ha autorizzato i club a iscriversi anche se non pagheranno gli stipendi di marzo e aprile, purché versino (entro il 31 agosto) quelli di maggio e aprano intanto un contenzioso sulle altre due mensilità, quelle che dovevano essere oggetto di un taglio concordato che non c’è poi mai stato. C’è persino chi minaccia lo sciopero. Per Gravina "sarebbe paradossale pensare a uno sciopero dei calciatori oggi che il Paese cerca di ripartire. Noi non abbiamo autorizzato i club a non pagare, sarà il Collegio arbitrale a decidere sui contenziosi relativi agli stipendi. I lavoratori di altri settori sono nelle stesse condizioni, perché i calciatori dovrebbero avere aiuti ulteriori?".
© RIPRODUZIONE RISERVATA