Nel calcio c’è sempre una seconda occasione. Un’altra storia da raccontare. «Con il Genoa sarà diverso » ha detto Vargas durante la presentazione. Beh, finché c’è il Genoa la Fiorentina può stare tranquilla. Preziosi ogni anno cerca giocatori da rilanciare e butta sempre un occhio da queste parti. Finora non gli è andata benissimo e con Vargas sarà dura. Ma se l’adrenalinico presidente riesce a evitare notti troppo alcoliche all’esterno peruviano (non a caso lo chiamano Loco, pazzo) e quelle due o tre carambole con la macchina, forse può ritrovare un giocatore. Altrimenti sarà l’ennesimo pacco di questo mercato senza soldi. D’altra parte la storia del peruviano con Firenze era finita già da un pezzo. E a Pradè, appena arrivato, è stato spiegato che cedere Vargas era una priorità. Via, anche in prestito. Una porta si chiude, un’altra si apre. Anche per Felipe, un’operazione costata un bel po’ di soldi alla Fiorentina. Un flop incredibile. In estate si era presentato a Moena con un nuovo look (si era fatto crescere i baffi), un cagnolino, la moglie e i figli. Pareva in vacanza. E forse lo era. Ha preso la strada di Siena, non troppo lontano da qui, in cerca di quella luce che si è spenta. Un cortocircuito durato due anni, compresa la parentesi a Cesena. Nemmeno lì lo hanno voluto. Ora è arrivato Mezzaroma, chissà se è la volta buona.
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L’analisi di Giuseppe Calabrese su Repubblica
A proposito, pare che a Siena siano arrabbiati con la Fiorentina per l’affare Toni. Lo volevano loro, ma Luca ha scelto con il cuore. Capita. In ogni caso con il Siena mica c’era nessun accordo, solo parole. È il mercato, baby. D’altra parte i ritorni sono stato un must quest’anno. Amauri ci riprova a Parma dopo averci provato (senza fortuna) a Firenze. Chissà quando si arrenderà all’evidenza. E Gilardino? Ora è andato a Bologna. A Firenze non aveva stimoli, a Genova non ha mai visto la porta, questa è proprio l’ultima chance. Oppure può tornare al Parma anche lui. O al Milan. Perché no? C’è sempre un’opportunità. Già, perché c’è pure chi rimane a piedi e forse qualche domanda dovrebbe farsela. Guardando le cose della Fiorentina, Marchionni è ancora senza squadra. Ma sì, prima o poi la troverà, un contrattino non si nega a nessuno, il calcio è galantuomo e la palla è rotonda (luogo comune per calciatore comune).
Per non parlare di Boruc, quello che dopo un lungo discorso di Andrea Della Valle dentro lo spogliatoio urlò «alleluja» e uscì. Il portiere di Dio che perdio non ha trovato un posto nemmeno gratis. Fuori gioco anche lui fino a quando un direttore sportivo non gli offrirà un’altra occasione e il giorno della presentazione dirà: «Era la nostra prima scelta, era tanto che lo seguivamo ». Eh sì, il calcio va così. Frasi fatte per giocatori sfatti dalla noia e dall’età. Anche se qualche volta il vintage funziona. Questione di stimoli. Di orgoglio. Di voglia. E poi in tempo di crisi (è arrivata anche nel calcio) bisogna pure rischiare qualcosa. È come puntare sul numero secco alla roulette, le probabilità che esca sono poche. Ma c’è sempre chi ci riprova. Fa parte del gioco. E quando sei arrivato quasi alla fine ti guardi indietro e pensi che lì sei stato bene e che vale la pena tornarci. Come ha fatto Toni. Scelta di cuore. Per lui e per Della Valle. Una buona idea. «È come tornare a casa» ha detto ieri. Appunto. La Fiorentina è il suo approdo sicuro dopo aver girellato tra Italia e Dubai, ma senza trovare mai la squadra giusta. Ci riprova qui e in fondo è giusto così. La stessa scelta l’hanno fatta, anche se in tempi diversi, Tavanoe Maccarone. Empoli è il loro luogo dell’anima, la squadra dove tutto è familiare. Anche il gol. Hanno cercato entrambi la loro strada lontano da qui, hanno fatto altre esperienze, ma alla fine hanno scelto di tornare. Il giro è finito, il cerchio si chiude. Serve fiducia per sentirsi importanti, e a volte basta un campo che conosci meglio di altri per ritrovare te stesso. Per questo Big Mac e Tavano sono tornati. E ora tutti pronti per un altro campionato. Per qualche partita da ex e un po’ di rancore per chi non ti ha voluto. «La sfida con la Fiorentina è importante perché è la prima davanti ai nostri tifosi» ha detto Valon Behrami, uno di quelli che non l’ha presa bene. Ma questo è il pallone. Giocatori che vanno e vengono, presidenti che spendono (poco) e spandono, ruote che girano. «Gilardino è stato un coglione ad andarsene proprio adesso dal Genoa» ha detto Vargas. Chissà, forse ha ragione. O forse no. Magari il coglione è stato qualcun altro. Basta aspettare, in questo il calcio è spietato. E comunque se fallisci ci sarà sempre qualcuno disposto a credere che questa può essere davvero la volta buona. Altrimenti che mercato sarebbe?
Giuseppe Calabrese - la Repubblica
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