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Gonzalo, il nuovo Caudillo

Ha il sorriso curioso dei timidi, gli occhi spalancati sul mondo come carta assorbente, somigliando nei tratti e nell’immaginario ad Andrea Cambi (ricordate?), talento comico toscano andatosene troppo presto. In …

Redazione VN

Ha il sorriso curioso dei timidi, gli occhi spalancati sul mondo come carta assorbente, somigliando nei tratti e nell’immaginario ad Andrea Cambi (ricordate?), talento comico toscano andatosene troppo presto. In campo, invece, per autorità e senso della posizione rimanda a un giocatore rimasto nel mito come Daniel Passarella. Paragoni da brivido. Ma sarebbe un errore volerlo ritrovare nel passato. Perchè Gonzalo Javer Rodriguez, ventottenne difensore silenzioso e affidabile come un Vorwerk Folletto (anche lui aspira i problemi dall’area di rigore) è calciatore moderno che si può solo pensare nel futuro, dentro gli orizzonti più struggenti per chi ha il cielo colorato di viola.

Di sicuro, Gonzalo è la sorpresa più inaspettata di questo primo tratto di campionato. A Firenze è arrivato infatti a fari spenti, pagato appena un milione e mezzo di euro al Villarreal nell’affare che aveva al centro l’archistar calcistica Borja Valero. A suo modo un Massaro del terzo Millennio. Montella (che per scegliere i calciatori-ministro non ha bisogno di primarie) gli ha però consegnato subito le chiavi della difesa. E lui lo ha ripagato, diventando non solo il baluardo di un reparto che pare ispirarsi per solidità ai cannoni di Navarone, ma anche una sorta di regista difensivo aggiunto, il punto di ripartenza d’ogni azione viola. Per questo la gente di Firenze lo applaude. E lui, che nel tempo libero si diverte a schitarrare come un seminarista in gita, applaude a Firenze: «Suonare con questa vista non ha prezzo, 100% ispirazione» ha twittato via etere. ”Felicità / è cantare a due voci quanto mi piaci / la felicità”, avrebbe intonato Al Bano, fosse stato toscano. Tant’è. Religiosissimo (al posto di Che Guevara sulla pelle s’è fatto tatuare la Madonna), il Nostro in campo sembra avere una sorta di tom tom naturale, visto che non si fa mai trovare parcheggiato fuori dall’azione avversaria.

Non veloce di gambe ma velocissimo di pensiero e per rapidità d’esecuzione (il suo gol all’Atalanta sembra mutuato da Fifa Footbal 2012) fin qui ha sbagliato sì e no mezza partita, arricchendo il suo campionato con vari lanci meraviglia e 4 gol d’autore. Roba che Santiago Silva, Keirrison e Bonazzoli se la sarebbero sognata.

Gonzalo Rodriguez, il difensore arrivato dalla Spagna a prezzo di saldo, diventato prezioso come una Finanziaria di Monti. Se poi uno pensa che per Silvestre l’Inter ha sborsato 8,5 milioni al Catania mentre la metà di Acerbi al Milan è costata 4 milioni, vien davvero il dubbio che alla Borsa del Pallone il prezzo non lo faccia il valore ma i procuratori stile Gatto & Volpe. E questa è un’altra storia che prima o poi bisognerà raccontare.

Stefano Cecchi - La Nazione