Borja Valero non gioca ma un assist lo fa lo stesso: è un tweet che vale uno spot. «Noi vogliamo andare a Roma. Voi? Vi aspettiamo alle 21 allo stadio, abbiamo bisogno di voi per raggiungere la finale. #forzaviola ». E vai. E’ arrivato il giorno del dentro o fuori. Una partita più vera di sempre e una tensione che sale e sale sempre di più. La Fiorentina vuole a tutti i costi andare oltre, prendere la prima finale dell’era Della Valle. Adrenalina e occhi di tigre. C’è bisogno di tutti. Anche di Mario Gomez, che torna in panchina dopo cinque mesi senza campo. Il tedesco è stato convocato nonostante non abbia ancora affrontato un contrasto in allenamento. Ma c’è bisogno anche di lui. E, forse, anche Gomez ha bisogno di esserci. Un supporto psicologico che spiega bene il senso di questa partita. E poi, ce ne fosse disperato bisogno, Montella potrebbe sempre giocarsi la carta del super bomber. Sperando che il termine “disperato” stasera resti comunque lontano dal Franchi.
stampa
Gomez e la carica dei trentamila
L’incipit di Benedetto Ferrara sulla gara di stasera (COMMENTA)
Il tedesco in panchina e la bolgia intorno. Montella la vede così: «Il pubblico ha dimostrato di essere innamorato della squadra, di capirne i momenti. Quando abbiamo perso in casa siamo usciti tra gli applausi. I fiorentini sono tifosi maturi. Il pubblico domani ci darà la spinta e noi dobbiamo essere bravi a lasciarci spingere verso il nostro obiettivo». Franchi stracolmo per una notte che conta davvero. La Fiorentina meriterebbe questa finale per quello che rappresenta, per il suo calcio, le sue idee, il suo correre controvento rispetto a un campionato malinconico e impoverito. Ma questa è una partita velenosa, che parte da un 2-1 che è una lama a doppio taglio. Montella lo sa bene. Così come conosce la testa degli avversari.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
© RIPRODUZIONE RISERVATA