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Gazzetta: tanto palleggio viola per nulla

Secondo la rosea. Juventus-Fiorentina è stata a lungo un cruciverba

Redazione VN

Eh già, la Juve è di nuovo qua. Sesta vittoria di fila in campionato, battuta la Fiorentina e scavalcata la Roma. Il quarto posto momentaneo - scrive Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport - non rende però l’idea. La Juve ringhia a due punti dal secondo posto dei viola e del Napoli, ma è chiaro che il bersaglio grosso di Allegri e compagnia sarà (è) l’Inter, capolista a quota 36, più sei sui bianconeri. Roberto Mancini ce l’aveva quasi fatta, stava per assaporare la domenica perfetta. A dieci dalla fine Juve e Fiorentina galleggiavano sull’1-1 e, stante lo 0-0 pomeridiano tra Napoli e Roma, l’Inter avrebbe rosicchiato due bollini a ciascuna delle quattro concorrenti per lo scudetto. La Juve però resta la Juve, l’unica squadra italiana che non si accontenta mai e gioca sul serio fino alla fine tutte le partite, non soltanto per modo di dire o di cantare. Alla Juve dieci minuti possono bastare per annichilire chiunque e così è andata ieri sera allo Stadium. I campioni d’Italia sono tornati e non sarà facile ricacciarli indietro. All’orizzonte si profila, anzi si staglia un altro duello tra Inter e Juve, grande classico del nostro calcio.

Juve-Fiorentina è stata a lungo un cruciverba, con i bianconeri che muovevano in verticale e i viola che procedevano per vie orizzontali. Paulo Sousa è riuscito a irretire i campioni d’Italia col suo possesso palla prolungato e a qualunque costo, sprezzante del pericolo su tanti palloni in uscita dalla difesa. Il dato sul possesso è abnorme e darà fiato a quanti sostengono che passarsi «l’attrezzo» è esercizio onanistico, ininfluente ai fini del risultato: 61,7 per cento a 38,3 per i viola. Nell’osservare il bellissimo giropalla del Sousa ritornava in mente l’eterna filastrocca, con piccola variazione di testo: giro giro tondo casca il mondo, casca la terra e il pallone fila rasoterra. Una ragnatela circolare che però non aveva sbocchi. Agli antipodi del 61,7 per cento del possesso alla portoghese sta il macro-dato sui tiri in porta: la Fiorentina ne ha effettuato uno soltanto, il rigore trasformato da Ilicic in avvio. Tanto palleggio per nulla, così risulta misterioso come Kalinic abbia fin qui segnato tutti i suoi dieci gol in area di rigore. Ieri sera, nei sedici metri, la Fiorentina arrivava col contagocce, anzi mai.

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