Il Milan - scrive La Gazzetta dello Sport - resta agganciato al vagone di coda del Trans Europa Express, il treno per le coppe, e le Fiorentina se ne stacca. Era una specie di spareggio nella corsa al palcoscenico minore dell'Europa League, ma di questi tempi non bisogna essere schizzinosi e Silvio Berlusconi ci tiene a lasciare il club nel suo habitat, le eurocoppe. Cinisco e solidita dei rossoneri hanno prevalso sugli estetismi dei viola. In fondo si sono misurate due squadre simili, incompiute per diversi motivi. A tutte e due in stagione è mancato qualcosa per fare 31 e andare oltre se stesse. Il Milan espugna San Siro: in campionato non vinceva in casa dall'8 gennaio. La Fiorentina protesta per la mancata espulsione di Gomez - fallo su Kalinic a interrompere una chiara occasione da rete? La discussione è libera, il gol del temporaneo 1-1 fiorentino è avariato con l'iniziale fuorigioco di Chiesa. I due episodi si compensano.
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Gazzetta: la Fiorentina gioca, il Milan vince per l’Europa
La Fiorentina fa la partita, ma il Diavolo è più cinico. Prima magia di Deulofeu
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A Roma contro i giallorossi non c'era Kalinic, a Milano è mancato Bernardeschi: forse non un caso che i viola abbiano perso nell'una e nell'altra serata. Senza Bernardeschi è mancata visione e intuizioni in rifinitura, senza Kalinic si diventa offensivamente più innocui. Certi giocatori sono imprescindibili. Ilicic è sembrato svogliato, quasi seccato dal ruolo di vice; Cristoforo è stato trasparente. Troppi giocatori sfasati, impossibile che il gioco non ne risentisse. E' sempre difficile parlare male della Fiorentina. Quasi sempre i report dicono cose belle sui viola. Ieri la squadra di Sousa ha portato a casa tutti gli indicatori di gioco: possesso palla (61,6 a 38,4), vantaggio territoriale (51 a 49), passaggi riusciti (88,3 a 79), baricentro (53,4 a 46,2). Il secondo tempo è stato un monologo. Se però poi si va a vedere la sostanza, a conteggiare le occasioni pericolose sul serio, reti a parte, la bilancia pende dalla parte del Milan che ha colpito un palo con Pasalic e messo Abate davanti a Tatarusanu. Donnarumma non ha compiuto miracoli: è stato lesto e intuitivo nelle uscite basse e coi piedi ad anticipare tutte le giocare offensive altrui.
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