Se era un sospetto, ora è certezza: questa Viola - scrive Andrea Elefante su La Gazzetta dello Sport - è un po’ appassita. E se è una sorpresa, l’ennesima di questa pazza Coppa Italia, la qualificazione ai quarti del Carpi, il fulmine dell’addio della Fiorentina non va a squarciare un cielo serenissimo: da un mesetto la squadra di Sousa batteva un po’ in testa (5 punti nelle ultime 4 di campionato) e certi segnali ieri sono stati confermati con un’aggravante, visto che per la prima volta in tutta questa stagione non è riuscita a segnare. In assoluto non le succedeva da maggio, quando perse in casa con il Siviglia in Europa League: una vita fa.
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Gazzetta: Di Gaudio gela il Franchi. La Fiorentina è appassita
Per la prima volta in stagione la Fiorentina non ha segnato: non succedeva da maggio
I MESSAGGI DI SOUSA Non si può dire neanche che non fosse vera Fiorentina: Sousa ieri ha risparmiato tutti i 90’ solo a Borja Valero, unico titolare mancante nella versione del secondo tempo, quando sono entrati anche Ilicic e Alonso. I messaggi del tecnico erano stati chiari. Uno: la Coppa Italia conta, e non solo perché è un parco giochi da cui la Fiorentina non è abituata a uscire così presto. Due: doveva contare anche per risintonizzarsi subito dopo la sconfitta con la Juve. Ovvero: certe consapevolezze potevano essere più importanti anche del riposo, e ora sarà il Chievo, domenica, a dire quanto questa scelta sia stata anche un azzardo. Ma si può leggere, neanche troppo fra le righe, una terza indicazione del tecnico, che ha escluso ancora una volta Giuseppe Rossi: giocano (spesso) questi perché sono questi i giocatori di cui mi fido ciecamente. E anche per questo la Fiorentina oggi è più stanca, di gambe ma pure di testa.
BABACAR E REBIC Non ha fatto granché per smentirlo Babacar, proposto per la prima volta dall’inizio in coppia con Kalinic e dall’approccio troppo svagato, «morbido», per essere uno che deve convincere il tecnico a dargli più spazio. E tanto meno Rebic, che non ha mai dato la profondità sulla fascia che sarebbe servita per spiazzare le due linee compattissime del Carpi. Un 4-4-1-1 tendente al 5-4-1 grazie agli «elastici» di Letizia e Matos, con raddoppi puntuali anche sugli esterni e pressing costante: così Castori ha intasato tutti gli spazi nei quali la Fiorentina ha finito per andarsi a imbottigliare, nonostante il lavoro in uscita di Kalinic, per sforzarsi di giocare in verticale con Babacar.
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