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Fuksas: “Non aver realizzato lo stadio dei DV una ferita. Franchi? Nuova vita, va coperto”

Parla l'archistar che fu incaricato dai Della Valle per la realizzazione del nuovo stadio

Redazione VN

"Non aver potuto portare in fondo il progetto di stadio dei Della Valle è una delle mie più profonde ferite professionali". E' questo il rimpianto di Massimiliano Fuksas, colui che pensò la nuvola per il nuovo stadio della Fiorentina targata Della Valle. Al Corriere Fiorentino l'archistar parla del Franchi, ritenuto fragile: "Senza tutela tra qualche decennio crollerebbe, ma coperto potrebbe ospitare altre funzioni". Poi Fuskas parla del precedente (ritenuto "terribile") del Flaminio, che è destinato a cadere. Ma come riadattare il Franchi? "Lo stadio di Firenze è un'opera importantissima e capisco il soprintendente e le sue esigenze di tutela. Il punto è imprenditoriale e politico: se l'obiettivo è tenere la Fiorentina al Franchi, di soluzioni se ne trovano a decine, un architetto sarebbe entusiasta di portare avanti la sfida. Se invece l'obiettivo è fare uno stadio il più moderno possibile, allora è inutile parlarne".

E sulle curve che non possono essere abbattute fa un parallelo, da cui invita ad uscire: "A Roma c'è un palazzo del '600 in pessime condizioni e nessuno lo tocca a causa di un vincolo: prima o poi crollerà". Quello che manca è il buon senso. Quale futuro dunque? "Per prima cosa bisogna trovare i soldi per coprirlo, sia per tutelarlo che per consentire che sotto quel tetto ci possano essere inserite nuove funzioni nell'arco di tutto l'anno". Ed essendo un campo da gioco, quello deve restare il suo senso. Ma sotto le tribune possono nascere progetti culturali e fieristici. "Ma con i Della Valle tale tipo di utilizzo era impensabile e non mi fu proposto".

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