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Fratelli di curva, quel patto anti Juve

Alla fine se ne accorgono anche i giocatori che non è una partita come tutte le altre e in un senso diametralmente opposto alla sfida con la Juve. Se contro …

Redazione VN

Alla fine se ne accorgono anche i giocatori che non è una partita come tutte le altre e in un senso diametralmente opposto alla sfida con la Juve. Se contro i bianconeri è la partita dell'anno, per alcuni della vita, quella contro il Torino è una gara sempre da vincere per carità, ma con un clima di festa particolare che si fa sentire anche in campo. Lo ha raccontato meglio di chiunque altro Pasquale Bruno: «Ascoltare i sostenitori della squadra contro cui giochi che fanno il tifo per te è qualcosa di straniante, non ti sembra nemmeno che sia una gara di campionato. Mi ricordo dell'anno in cui la Fiorentina andò in B, venne al Delle Alpi e doveva vincere in tutti i modi per salvarsi. Andammo in vantaggio noi e sembrava di essere a un funerale, nessuno era contento, poi pareggiarono a due minuti dalla fine, ma era troppo tardi e quel successo sarebbe stato decisivo per evitare la retrocessione».

Esemplare è ciò che accadde nella stagione della prima conquista della Champions dell'era Della Valle. In un caldo pomeriggio del 2008 in più di cinquemila tifosi viola invasero il vecchio Comunale in un clima di festa, ancora non giustificata dai risultati. A circa mezz'ora dall'inizio della gara scende in campo per un saluto il presidente granata Urbano Cairo e viene accolto da un'ovazione generale trasformatosi dopo pochi secondi in un coro significativo proveniente dalla parte fiorentina: «Dacci la vittoria".

Lui sorride imbarazzato anche perché i suoi tifosi erano divisi a metà tra chi applaudiva e chi probabilmente approvava in silenzio. Perché una sconfitta del Torino contro la Fiorentina, e viceversa, fa molto meno male se quei tre punti servono ai «fratelli» per conquistare qualcosa di importante. Poi è chiaro che in campo ognuno dà tutto quello che può e se nel citato pomeriggio di maggio non ci fosse stata la magnifica rovesciata di Osvaldo ad un quarto d'ora dalla fine, oggi saremmo a raccontare un'altra storia.

Corriere Fiorentino