Una barriera umana a Le Murate, una distesa immensa di persone alla spiaggetta dell'Arno, capannelli di persone assiepate a ridosso di qualsiasi televisore di bar e locali. Migliaia i fiorentini che ieri sera hanno esultato per Italia-Germania in piazza, sui lungarni, ai chioschi. Ma più che Caronte, è stato l'effetto Cesare: il più applaudito, acclamato, senza dubbio il più amato di una nazionale di calcio a cui Firenze ieri sera ha regalato urla di gioia e applausi di orgoglio. Per tutti, dagli odiati juventini all'amato Balotelli, perfino per Montolivo. Ma soprattutto per il toscano Diamanti e per lui, Cesare Prandelli. E così quel coro che per anni si levava dalle tribune del Franchi, ieri è tornato a risuonare cantato dagli almeno quattro mila della spiaggetta dell'Arno fino ai duemila de Le Murate, una bolgia che ha liberato la tensione degli ultimi minuti in un urlo liberatorio che ha poi attraversato pochi minuti dopo il triplice fischio finale le strade del centro. Bandiere, caroselli, clacson festosi di macchine e motorini che hanno così trasformato la Ztl notturna nel cuore della festa azzurra.
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Firenze notte magica, tutti pazzi per l’Italia di Cesare
Una barriera umana a Le Murate, una distesa immensa di persone alla spiaggetta dell’Arno, capannelli di persone assiepate a ridosso di qualsiasi televisore di bar e locali. Migliaia i fiorentini …
Corriere Fiorentino
Firenze in festa già dopo il primo gol di Balotelli. Dopo il secondo invece una bolgia infernale. Clacson, trombette, urla, abbracci. Il fischio finale della partita ha dato avvio alla notte tricolore della citta gigliata. Così Firenze si tinge di azzurro nonostante le polemiche che da sempre la dividono dalla nazionale, nonostante le rivalità, nonostante non sia mai davvero sbocciato vero amore fra la città e la maglia azzurra. Stavolta no. Stavolta i fiorentini si sono riversati nelle piazze per assistere alla partita davanti ai maxischermi e sono poi scesi in strada per festeggiare tutti insieme.
«D’ALTRA parte c’è Prandelli non si poteva non tifare per la nazionale» hanno detto molti ragazzi. Cori, applausi, olee urlati a squarciagola, tutta la città ha voluto festeggiare la conquista della finalissima. Viale Giovine Italia è un serpentone di auto e moto, i lungarni come tutte le stradine che incrociano Santa Croce, traboccano euforia da tutti i pori. «Non passa lo straniero» intona una combriccola di ragazze con il corpo tatuato del tricolore. C’è chi si sveste, chi brinda alzando anche un po’ di più il gomito, chi si diverte a fare i gavettoni con lo spumante. La finale con la Spagna fa sognare. «Sei un fenomeno»: gli applausi per Balotelli si rincorrono di finestra in finestra. Eppoi i luoghi: il centro storico, le piazze e soprattutto piazzale Michelangelo, che in pochi minuti si trasforma in una bolgia: salti in aria, abbracci e qui ci scappa pure qualche fuoco in aria, rigorosamente tricolore. «E’ la vittoria di Cesare» dicono molti tifosi senza riuscire a smentirsi e cercando di fiorentinizzare il trionfo della Nazionale. Ma la gioia di Firenze non si è sfogata solo nelle strade. Su internet e Facebook in particolare, centinaia di messaggi hanno sottolineato la vittoria azzurra: «Solo la birra, avete solo la birra», «sto andando in Germania a... fustigare la Merkel, «lo spread lo abbiamo dettato noi». E ancora: «E ora diteglielo a Beppe Grillo che neanche stavolta siamo usciti dall’euro», «bye bye Germania, siamo più forti di voi».
CORI, slogan e trombette sono andati avanti a lungo nella notte fiorentina. E come di consueto non è mancato chi ne ha approfittato come i venditori abusivi di alcolici e bandiere che hanno fatto affari d’oro approfittando dell’euforia che ha coinvolto tutti. «Birra, birra, solo due euro». E così, oltre che di calcio, qualcuno si è anche inebriato di alcol. Poco importa, c’era da festeggiare, anche se non proprio tutti hanno gradito lo show. «Un’ha mica vinto la viola» ha urlato qualche fiorentino a chi transitava festeggiando. E giù sfottò, cori, abbracci e risate. Bene così, tutti a festeggiare in attesa di domenica.
La Nazione
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