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Fiorentina, tre motivi per uno stop

Condizione fisica, pressioni e problemi tattici: l'analisi del Corriere Fiorentino sullo stop viola

Redazione VN

Sul Corriere Fiorentino, Ernesto Poesio analizza i tre motivi dello stop viola:

1) A passo più lento. andavano a 100 all'ora, ora le gambe pesano. 

Paulo Sousa lo ha negato sostenendo sostanzialmente che la squadra sta correndo in modo diverso ma non inferiore. Sarà sicuramente così in termini di chilometri percorsi, ma a veder giocare la Fiorentina, paragonandola a quella dei primi due mesi di stagione, la differenza di velocità appare evidente. Soprattutto se si considera la reattività, quella capacità di leggere prima degli avversari il passaggio e il movimento giusto, che ha consentito contropiedi micidiali e verticalizzazioni improvvise. Già, perché la manovra viola si è fatta di colpo macchinosa, lenta e principalmente orizzontale. Anche i movimenti senza palla sono diminuiti sensibilmente finendo col limitare le opzioni di passaggio ai giocatori e imbottigliando il gioco. La rosa ristretta, insomma, si sta facendo sentire e non poco.

2) Troppa pressione e qualche mugugno: c'è meno serenità

Stare lassù regala entusiasmo e accresce la fiducia. Ma dover scendere in campo con l’obbligo di vincerle tutte, o quasi, (quando si è in testa le opzioni di risultati si riducono drasticamente) logora soprattutto se le ambizioni di inizio stagione erano ben altre. «A stare in alto fa freddo», ripeteva sempre il Trap quando allenava la Fiorentina, e la doccia gelata la squadra di Paulo Sousa l’ha avuta tutta insieme, riscoprendosi improvvisamente vulnerabile. Già, perché forse è proprio questo l’aspetto su cui l’allenatore portoghese dovrà lavorare maggiormente nelle prossime settimane con una squadra che è passata dal sentirsi quasi invincibile, tanto da scendere in campo sia a Milano che a Napoli senza pensare ad altro risultato che alla vittoria, al ritrovarsi colpita e affondata in casa da una squadra, il Carpi, nettamente inferiore. Stanchezza mentale, dunque, che la ricerca della perfezione e il continuo stimolare a migliorarsi di Paulo Sousa, in questo momento ha finito quasi per accrescere. E poi, a minare un po’ la serenità generale, ci sono quei mugugni nemmeno troppo nascosti di giocatori importanti all’interno dello spogliatoio come Pepito Rossi, Mario Suarez e perfino Babacar, che si ritrova adesso anche nel mirino dei tifosi pur avendo un’ottima media realizzativa in proporzione ai minuti giocati.

3) Addio effetto sorpresa. serve un'ala destra per ricambiare gioco.

Questione fisica, usura mentale, ma non solo. Il rallentamento della Fiorentina nelle ultime gare è sembrato anche tattico. L’effetto sorpresa, insomma, si è un po’ attenuato e il modulo ibrido di Sousa, un po’ 4-3-1-2, un po’ 3-4-2-1, un po’ 3-6-1 sembra non sortire più gli effetti devastanti dei primi mesi di campionato. Gli allenatori avversari insomma hanno studiato a fondo la Fiorentina e quella capacità di non dare punti di riferimento agli avversari si è un po’ persa con la prevedibile conseguenza di disinnescare parte della pericolosità viola. Niente di grave, sia chiaro. Accadde anche il primo anno di Montella e su per giù nello stesso periodo, dopo il girone di andata, costringendo l’Aeroplanino a rivedere un po’ la squadra e ad apportare quelle novità in grado di rilanciare la freschezza e l’imprevedibilità del gioco viola. Adesso, dunque, toccherà anche a Sousa ripensare alcune situazioni tattiche consapevole che dal mercato potrebbero arrivare quelle pedine in grado di variare il gioco. In questo senso appare fondamentale l’acquisto di un uomo di fascia in grado di saltare gli avversari e andare sul fondo per allargare il fronte. Perché nell’ultimo periodo gli attacchi viola sono stati principalmente centrali, con gli avversari che hanno opposto una grande densità riuscendo a imbottigliare gli attaccanti viola.