La Juve piange per gli arbitri e la Fiorentina per la classifica, più che una partita potrebbe essere un lacrimatoio. (...) Resta il fatto che la Fiorentina, intesa come società, è molto proccupata. Il silenzio stampa della Juve è una dichiarazione di battaglia aperta nei confronti del sistema e la Fiorentina ha già visto a Parma (rigore concesso nel finale per la trattenuta di Cassani su Giovinco) come l’ambiente possa ispirare interpretazioni severe da parte dell’arbitro, nell’occasione Rizzoli. Lo stesso direttore di gara ha considerato regolare l’intervento commesso da Carvalho su Matri in Genoa-Juve: stessa maglia tesa, stesso movimento, decisione diversa. Ma come: a Parma sì e a Genova no? Logico che su questa differenza si sia buttata a pesce proprio la Juve; ancora più logico che la Fiorentina non voglia essere danneggiata due volte, se così si può dire, da interpretazioni arbitrali condizionate o ispirate dalle proteste retroattive.
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Viola preoccupati: “Non vogliamo ri-pagare noi”
La Juve si lamenta per i torti arbitrali, così come aveva fatto il Parma prima di affrontare la Fiorentina. Ecco perchè…
A Parma ci fu la «panolada» per i torti arbitrali e l’incasso a fine partita con l’interpretazione corretta ma nello stesso tempo generosa da parte di Rizzoli. Per evitare che sabato contro la Juve succeda qualcosa di simile, la Fiorentina fa sapere di essere all’erta. In codice: se la Juve mette le mani avanti e si lamenta, la Fiorentina avverte in anticipo che non è disposta a pagare per le colpe degli altri. Soprattutto perché - usiamo il condizionale - sarebbe la seconda volta. Il silenzio stampa della Juve genera la silenziosa preoccupazione della Fiorentina, ma certo il tema non passa inosservato se il vicesindaco Nardella, parlando a Radio Blu, entra sull’argomento così: «Spero che l’arbitro sia sereno. La Juventus alza i toni? Tutte le squadre sono chiamate ad un senso di responsabilità e comunque la Fiorentina non può pagare per problemi della Juventus che hanno ben altra origine».
Angelo Giorgetti - La Nazione
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